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4 - CRONACACiro Viscito, quando la passioneper l’ulivo diventa ragione di vitaA Sant’Anna, ancora si produce eccellente olio extravergineGerardo ArditoCava de’ Tirreni è stata nei secoli fiorente per ilturismo, il commercio e l’artigianato, ma anche percolture come olive e tabacco.La produzione di olio col tempo è andata scemando,ma ancora oggi è possibile scoprire delle piccoleeccellenze, poco conosciute, ma che grazie a“qualcuno” ancora sopravvivono.Oggi parliamo dei coltivatori di olive.Sant’Anna è per eccellenza a Cava l’area che dasecoli ha prodotto ottime olive da olio, ma oggi laproduzione è limitata in gran parte ad una produzionee al consumo familiare.Per saperne di più incontriamo CiroViscito, 61 anni, coltivatore diretto,nato e da sempre vissuto a Sant’Annaa prendersi cura del suo uliveto.Terzo di cinque figli, da genitoriagricoltori ci parla del suo amore pergli ulivi, che considera con lo stessoamore che si nutre per un figlio.Siamo curiosi di sapere tutto su questapianta antica come l’uomo.“Sono cresciuto tra tabacco, ulivie mucche –esordisce Ciro Viscito. Untempo era questa l’economia ruraledi Sant’Anna, abbiamo sempremangiato il nostro olio. Nostra madre aveva comeme un grande amore e cura per l’uliveto difamiglia”Il tempo passa, Ciro è rammaricato che il suo olionon abbia mai ricevuto un riconoscimento ufficiale,quel riconoscimento che attesta un prodotto di altaqualità.La prima volta che ho incontrato il signor CiroViscito mi ha parlato del suo grande amore perl’ulivo e la grande cura nella produzione dell’olio.Mi ha fatto visitare i locali dove ho potuto constatarepersonalmente i particolari accorgimenti che rendonoil suo olio così speciale.Ma ogni parola riferita si è scalfita nella mia memoriaquando ho assaggiato il suo olio. Mi aveva regalatouna bottiglia d’olio e delle olive snocciolate sott’olio.In un filo d’olio sull’insalata assaporavo tutto ilgusto delle olive. Ma un gusto leggero, inspiegabile.Da sempre avevo provato oli genuini, spesso provenientida agricoltori del Cilento, ma l’acidità rendevasgradevole l’olio al palato. Questa volta era diverso.Quest’uomo merita di essere conosciuto, mi sonodetto, ed eccomi qua a saperne di più sulla suaproduzione.Ciro mi spiega che se si desidera produrre un oliodi qualità si è penalizzati sulla quantità prodotta.“Un detto dice: l’ulivo rendequando a gennaio pende – spiegaCiro. Il motivo è che così si ottieneun’abbondante raccolta a terra.Ma olive troppo mature aumentanol’acidità dell’olio.Le olive raccolte a mano sullapianta sono selezionate, ma perraccoglierle sulla pianta ho necessitàdi potarla per rendere irami robusti a discapito dei quantitativi di produzione.Chi bada al profitto raccoglie le olive aterra senza selezionare i frutti della pianta. Oltretuttoil distacco dalla pianta della Minucciola,la qualità di oliva presente in zona, rende faticosala raccolta a mano; motivo che spinge molticoltivatori a raccoglierla a terra, quindi solo acompleta maturazione. Alcuni produttori perfacilitare la caduta utilizzano prodotti chimici,con conseguenze negative sulla genuinità delprodotto.Voi non raccogliete a gennaio…Noi anticipiamo la raccolta tra metà ottobre emetà novembre. E’ necessario considerare laqualità dell’ulivo e le condizioni del tempo, ilterreno e la velocità di maturazione. Un altrofattore che rende il nostro olio così gradevole èlo stazionamento delle olive dopo la raccolta.Le olive dovranno asciugare su reti sospese dalpavimento. Non trasportate in sacchi al frantoio,ma in casse a grate per evitare la fermentazione.Tutto potrebbe altrimenti contribuire all’aciditàe alla formazione di muffe.Quanti alberi di Ulivo conta Sant’Anna all’Oliveto?Dalle 10 alle 15 mila piante di Minucciola, anchese molte sono state sostituite con altra qualità.Una pianta non potata produce fino a 2 quintali;una volta potata la pianta non supererà i 60 kg.Quante piante avete nel vostro uliveto?Circa 210 piante di cui oltre 150 sono centenarie.Quanto sopravvive un ulivo?Dai 400 ai 600 anni, dipende dal clima. SullaCiro Viscito e la sorella Adastrada Maggiore che anticamentepassava per Sant’ Annadi Cava e conduceva a Salerno,attraversando Cammarese(vicino il castello di S. Adjutore)e la Valle di San liberatore,ci sono tantissime esemplaricentenari; ma un tempone erano presenti in numeromaggiore.Perché sono scomparsi? Moltiulivi sono stati venduti clandestinamente,da proprietarisenza scrupoli, ai vivaisti perimpiantarli in ville private.Ma gli ulivi non sono sotto la protezione dello Stato?Noi agricoltori diretti riceviamo mediante l’Agea(ndr organismo comunitario per gli aiuti in materiadi produzione dell’olio) due euro l’anno per latutela e la conservazione di ogni esemplare diulivo, che dovrebbe incentivare la regolare potatura,la pulizia del territorio e la conservazionedell’ulivo, ma non tutti i dichiarati coltivatoriosservano le direttive.Come è arrivata la Minucciola nel nostro territorio?La Minucciola proviene, probabilmente, dallapenisola sorrentina. A Massa Lubrense la piantaera radicata quale offerta al tempio di Minervae si pensa che provengano da lì gli esemplaricoltivati qui a Sant’Anna. Che la nostra oliva siala “Minucciola” è stato confermato anche dalprofessor Raffaele Sacchi, esperto sulla tracciabilitàdell’olio, della facoltà di Agraria dell’Universitàdi Napoli Federico II, che tra l’altro, paresia vissuto a Cava per circa 15 anni.Quanti produttori di olio conta Sant’Anna all’Oliveto?Circa 50 piccoli produttori. Ma molti produconol’olio solo per il consumo familiare.Disponete di un frantoio? Dove portate a spremerele vostre olive?Nei primi del ‘900 qui c’eranoalmeno 10 frantoi, negli anni’50 se ne contavano 5 (ogni 5/6famiglie ne aveva uno). Fino al2007 nei pressi di Ponterosa(vicino Pregiato) c’era il frantoiodella famiglia Russo, con macchinaridi ultima generazione,purtroppo per motivi logisticiè stato chiuso. Oggi siamo costretti a portarefuori le nostre olive, io le porto al frantoio diBracigliano, il più vicino, assicurandomi che l’oliosia derivato dalle mie olive, quindi seguo personalmentela spremitura.E’ vero che è così attento da mettere da parte persinoi primi litri di olio?Certo, non so mai chi ha portato a spremere leolive prime di me e desidero che il mio olio nonsia contaminato da altre produzioni.Quanto olio produce la sua azienda ogni anno?Mediamente dai 400 ai 500 litri.Chi la iuta nel suo lavoro?Solo mia sorella Ada, che insegna alla scuolamedia Balzico. Un tempo ci si avvaleva di raccoglitoriche percepivano come compenso 2 litrid’olio al giorno. Oggi in supermercato compril’olio a 3 euro al litro, quindi nessuno si sogna dilavorare per due litri d’olio al giorno.Un consiglio sulla conservazione dell’olio.L’olio va conservato in ambiente dai 7 ai 15 gradi,in recipienti scuri, riempiti fino all’orlo, la lucene modifica le qualità organolettiche.Cosa indica la solidificazione dell’olio in frigo?E’ uno dei parametri di genuinità.L’olio deve essere limpido?Un buon olio fino a 5/6 mesi dalla produzionenon è mai limpido. Se un olio fresco è già limpidoè acido.L’azienda di Ciro Viscito vende direttamente l’olio.Per ottenere olio extravergine di grande qualità sononecessari grandi sacrifici da parte del coltivatore edassaggiarlo è un’esperienza unica per il palato deibuoni intenditori.L’azienda Ciro Viscitoè in località S. AnnaCava de’ Tirreniin via P. Di Domenico, 37Telefono 089.46.14.79PasticceriaGelateriaNatale ...Sinfonia di delizie!Corso Mazzini,Parco BeethovenCava de' TirreniTel.089.463778Ampie saleCorso Mazzini, 108/112Cava de’ Tirreni - Tel.089.345772Nelle foto: in alto, Don Giuseppe Lando,recentemente scomparso, mostra la copertina delsuo libro “La Grande Catechesi di Medjugorje”,in basso, Suor Paolina Kvesic con il Sindaco MarcoGaldi e Antonio Oliviero in Comune accanto albusto di Mamma Lucia.Pescheria Pianeta Maredi Emilio Ferrigno & C.Dal martedì al sabato:gastronomiae piatti prontia base di pesce.Venerdì, sabatoe domenicaCuopperia.Chiuso il lunedìVia Balzico, 34 (vicolo della neve) - Cava de’ TirreniPedro’s...l’appetito21 DICEMBRE 2012Don Giuseppe, la Sapienza nella Fedeed il Cuore della SolidarietàCuore, Energia, Intelletto, Fede: ecco lequattro qualità cardinali che hanno caratterizzatola bella figura sacerdotale delPadre Filippino don Giuseppe Lando,scomparso il 10 dicembre scorso allaveneranda età di novantasei anni, pressola Basilica dell’Olmo, dove operava dacirca vent’anni.L’energia, fisica e mentale, gli ha permessodi giungere in piedi ed a visoaperto al momento del distacco. È statoin grado quasi fino all’ultimo di diremessa e di suonare la sua amata musica:e recentissimamente ha accompagnatoper ben due volte a Medjugorje il gruppodi Cava organizzato dall’amico fraternoAntonio Oliviero, che poi gli è statovicino con tutta la carezza dell’affettoanche nell’ora suprema.A Medjugorje ha lasciato il segno, siaper la sua figura di sacerdote, sia per laforza con cui ha celebrato la Messa esostenuto le liturgie e le preghiere, siaperché, oltre a tante altre pratiche disolidarietà discreta, è stato il principalebenefattore dell’iniziativa “Un pozzod’amore”, lanciata da Oliviero al finedi donare una conduttura d’acqua allaCasa di Riposo per Anziani di Lubuskyguidata da Suor Paolina Kvesic, cheproprio due settimane prima della suascomparsa è venuta a Cava a ringraziarepersonalmente lui e la cittadinanzacavese per il dono dell’acqua.Al Cuore ed all’Energia si accompagnavail ben dell’Intelletto e dellaCultura, che ha prodotto centinaia dipoesie e saggi critici e circa trenta pubblicazioni, dicui le ultime scritte ed edite dai novant’anni in su.E non si trattava di composizioni semplici: vannodalla Guida della Basilica dell’Olmo all’esegesi deimessaggi di Medjugorje, dalla bella raccolta divicende autobiografiche ai saggi su due figure sacreDon Giuseppe Landocome San Pio e Padre Castelli.Il tutto, illuminato da una fedeprofonda e convinta, legatissima alletradizioni dei padri, che lo ha accompagnatofin dall’infanzia calabresee poi durante l’esercizio sacerdotale,soprattutto a GuardiaSanframondi, un paese che ancoralo ricorda con grande affetto, tantoda inviare una sua delegazione aisolenni funerali.Insomma, una figura che ha lasciatoil segno non solo a Cava e che meritanon solo di essere ricordata ma ancheconosciuta bene e meglio, attraversoi suoi scritti dotti e saggi e maestridi vita.Una persona che, come ha dettoAntonio Oliviero durante il rito funebre,non lascia solo la tristezza diaverlo perduto, ma anche la gioia diaverla conosciuta.FBVitoloCaro Vittorio, Maestro di FotografiaNon erano pochi i colleghi che lochiamavano “Don Vittorio”, come sideve ad un maestro. E Maestro nell’artedella fotografia lo era davvero VittorioBisogno, scomparso il 7 dicembre a solisettantaquattro anni, dopo una lunga edinesorabile malattia. Fin da giovane,collaborando col padre Carmine, avevadimostrato un talento innato per il ritrattoe la fotografia da cerimonia. Doti messea frutto per oltre cinquant’anni, nei suoi“regni” di Piazza Vittorio Emanuele II.Parlano i fatti: circa diecimila imatrimoni e gli eventi immortalati daisuoi servizi in Campania e fuori regione,a volte anche tre in un giorno, atestimonianza di quanto fosse ricercato.Ma i fatti veri sono le sue foto: inquadratureperfettamente decentrate o fantasiosamente svasate,luci diurne e notturne morbidamente adagiatesull’immagine, atmosfere appropriate edemozionanti anche grazie a dissolvenze studiateed a giochi precisi tra primi piani e profondità dicampo, ritratti ritoccati a mano anche sul negativoe ben prima di Photoshop, utilizzo al massimolivello della tecnica ma senza la ricerca di artificiosieffetti speciali. Il tutto condito da una passioneprofonda e da un orgoglio che per lui era stimoloe non esibizione.È troppo presto privato di lui e troppo vuoto di lui,quel negozio: mancherà la suaarte, ma mancheranno anchequella sua presenza “forte”, quelsuo sorriso che era un mix dicomunicazione, difesa, sfida econsapevolezza, quella voglia diraccontarsi, di raccontarel’importanza del sacrificio e dellacorrettezza professionale, quellafierezza di sentirsi padre,quell’orgogliosa soddisfazionedegli “obiettivi raggiunti con isuoi obiettivi”, quella suacordialità che, se sposata con lafiducia, diventava la voce di unospirito amico. Ma rimarrà la forzadella sua presenza, di un artigianoche viveva il suo mestiere con lo spirito el’entusiasmo di un artista.Alla moglie Mafalda Salzano, ai figli Marco (erededel suo esercizio, arricchito dalla sezione di Ottica),prof. Massimiliano e Cinzia (a cui è dedicatal’amatissima Villa di tante cerimonie, orgogliodella sua vita), al genero Michele Amodio, ai nipotiLuca e Marina, un affettuoso abbraccio da tutta laredazione di Cavanotizie.it, a nome dei tanti chel’hanno conosciuto ed apprezzato e che hannoimparato a volergli il bene che meritava.(FBV)Vittorio Bisognoè più di un metros!

Curiosandocava5 - CRONACASfizioscattiMonte Finestra…o Monte Pandoro?Quando nevica sullecolline metelliane, ilprimo ad imbiancarsi èil “big one”, Monte Finestra.E l’accoppiata neve-forma a seghetta haispirato la fantasia di Lucia Fabbricatore, la sorridenteMusa di “Scuola&Ufficio”, che l’ha ribattezzato“Monte Pandoro”. Battesimo azzeccatissimo!Complimenti, Musa Lucia!A cura di Franco Bruno VitoloLa consacrazione di don OrazioTempo di Natale, tempo di benedizioni. Propriospeciale, però, la benedizione ricevuta dal nostroArcivescovo don Orazio Soricelli, che durantel’innalzamento dell’ostia è stato illuminato da unraggio di luce proveniente “dall’alto”. Una vera epropria “consacrazione”…21 DICEMBRE 2012Renata Fusco” nominata” come miglioreattrice dei BroadwayWorld Regional AwardsAntonio Di GiovanniBroadwayWorld.com, il più importanteportale americano perquanto riguarda il teatro musicalee non, ha indetto la seconda edizione(la prima, per l'Italia) deiBroadwayWorld Regional Awards,premiazione virtuale completamente'nelle mani' degli appassionati.Nel mese di ottobre ha avutoluogo la fase delle nominations incui i visitatori del sito hanno potutocandidare i loro artisti preferiti etra le 1288 proposte sono stati selezionatii cinque artisti più votatiin ciascuna categoria.Renata Fusco, cavese, è in“nomination” come miglior attricein un musical :"Fantasmi a Roma".Le altre candidate sono: LorettaGrace in Sister Act,VeronicaApeddu in Les Miserables,Serena Autieri in Rinaldoin Campo, Francesca Taverni in Mamma Mia!Il musical è la teatralizzazione musicale dell' omonimofilm di Antonio Pietrangeli del1961, interpretato da Marcello Mastroianni,Sandra Milo, Eduardo DeFilippo, Tino Buazzelli, VittorioGassman. Renata interpreta il personaggiodi Sandra Milo, donnaFlora, morta suicida per amore diReginaldo, interpretato da MarcelloMastroianni. Allo show case diGiugno ha partecipato la stessaSandra Milo, che ha, idealmente,passato il testimone a Renata Fusco.Lo show dovrebbe andare di nuovoin anteprima in un teatro romanoattorno all'Epifania poiché il progettoè trovare produttori per farne unaproduzione stabile, legata alla cittàdi Roma, per Roma e ambientato aRoma, una sorta di appuntamentoteatrale fisso per turisti e visitatori,così come lo è stato “Cats” per Londra.Ecco il Bambino di Sant’AlfonsoTempo di Natale, tempo della nascita del BambinoGesù, quindi anche del canto Tu scendi dalle stelle,che, per chi non lo sapesse, è stato scritto daSant’Alfonso Maria de’ Liguori. Il Bambinellooriginale, quello che lo ha ispirato, non si trovanella “sua” Pagani, ma nella “nostra” Cava, doveegli dimorò per un breve periodo. Eccolo qui, ilBambinello alfonsiano, tra le mani della vincitricedel Premio di Poesia e Prosa Religiosa 2012, lasavonese Rita Muscardin, accompagnata dal ParrocoDon Gioacchino Lanzillo, che attualmenteè l’angelo custode del Santo Neonato e che loespone solo in rarissime occasioni.Una “strana coppia” di pretiUn sacerdote in ginocchio davanti ad un Vescovo.Una “strana coppia”. I due infatti sono FeliceScermino, ex deputato e magistrato in pensione,e Gennaro Galdo, storico docente del Liceo Scientifico“A.Genoino” ed ex Assessore e Presidentedel Consiglio Comunale. Sono impegnati nellarecitazione di “Io, Abramo”, un testo di RenatoLipari, di fortissimo e provocatorio impegno eticoe religioso, messo in scena dal Rotary di Cava,con convincenti protagonisti “don” Felice Scermino,intensissimo in una performance “a perdita dichili”, e Lucio Pisapia, assassino in cerca di delittisenza castighi, ma soprattutto d’amore.Una nuova perla del Rotary Cava, presentata “incollana” nella stessa giornata di “Lady Cava 2”:un bel servizio per un’associazione tutta di servizio.Dall’alto o dal basso?Sorride divertito il signor Vittorio Sabatino, alcentro della foto, circondato dai suoi amici. Ineffetti, sembra che stiano su un’altura sovrastantel’Abbazia, mentre di fatto sono accoccolati semplicementesotto un presepe annata 2011-12 realizzatodallo stesso Sabatino e dedicato al Millennio.Potenza degli effetti ottici!Renata Fusco, attrice poliedrica,ha cominciato a studiare danzaclassica all’età di 6 anni, si è diplomataa 18, perfezionandosi pressoLe Centre de Danse InternationalRossella Hightower di Cannes e conM.Trajanova presso il Teatro SanCarlo di Napoli. Parallelamente hastudiato canto dedicandosi sia algenere lirico che al musical.Nel ’90, in qualità di finalista del"Concorso Prima Scrittura", indettodal Teatro Comunale di Firenze, haottenuto un ruolo da co-protagonistanell’opera "Il Giuoco del Quadriglio"di Caldara.In qualità di ballerina-cantante-attriceè stata scritturata dalla Compagniadella Rancia di Saverio Marconi perla produzione dei seguenti musicals:"A Chorus Line" (362 repliche) incui ha alternato al ruolo di Maggiealtri cinque ruoli tra cui quello di Cassie (60 repliche);"La Piccola Bottega degli Orrori" nel ruolo di Chiffon;"Cabaret" in qualità di ballerina, sostenendoanche per 13 repliche il ruolo di Sally Bowles;"Dolci vizi al foro" in cui era Philia accanto a StefanoNosei e Gennaro Cannavacciuolo.Nel ’95 ha debuttato nell’operetta come partner diSandro Massimini, accanto al quale è stata Anita ne"L’Acqua Cheta" di Pietri e Bonbon ne "Il Paesedei Campanelli", operette entrambe edite dallaRicordi in versione video.Dal 1996 svolge attività di doppiaggio cantato conla Walt Disney e per la Roy Film: "La bella e labestia, un magico Natale" (Angelique); "Il re leoneII" (Kiara); "La spada magica" (Kayley); "Anche icani vanno in paradiso II" ( Sacha); "La sirenettaUn Natale speciale18 anni fa, il giorno di Natalenacquero a Cava tre gemelliIl 25 dicembre sarà un giorno più intenso e feliceche mai per la famiglia Lamberti: papà Gianfrancoe mamma Silvana Tanimi Adinolfi che festeggeranno,insieme ai nonni, agli zii Riccardo e MaurizioTanimi Adinolfi ed a tutti gli altri parenti, i 18 annidei loro 3 gemelli Gianni, Emanuele e Mariarosaria.Questa notizia speciale Cavanotizie la vuole condividerlacon tutti i suoi lettori, regalando a Gianni,Emanuele e Mariarosaria una lettera della loromamma Silvana:“Il Signore ha voluto condividere la nascita di suofiglio Gesù con voi. Da quel momento la forza delmio amore si è dovuta moltiplicare per 3, con lasperanza e la felicità più assoluta che ci avetedonato con la vostra dolcissima esistenza. Ora cheè giunto il grande momento della “maturità” miauguro che vi impegnate e mostriate la vostrabravura ricambiando le fatiche fatte per crescervie per aver portato avanti una situazione fuori dalnormale. Posso solo darvi un grosso “in bocca allupo” e raccomandarmi di essere sempre coscienziosie determinati. La speranza è l’ultima…forzaragazzi…La mamma “Gianni, Mariarosaria ed EmanueleRenata FuscoII" (Ariel); "Il principe d’EgittoII" (Asenath).Dal 1996 è anche la voce delgruppo salernitano di musicamedioevale e rinascimentale"Antica Consonanza" con il qualeha inciso recentemente il Cd "Laleggenda di Tristano e Isotta"..Nel 1997 è entrata a far parte delcast originale di "Grease", musicalprodotto dalla Musical Italia conla regia di Saverio Marconi, nelruolo di "Rizzo"accanto a LorellaCuccarini e Giampiero Ingrassia.Con questo ruolo nel 1999 vinceil premio IMTA come miglioreperformer femminile di musical.E nel 1998 ritorna in "A ChorusLine", in una nuova edizionesempre prodotta dalla Compagniadella Rancia e per la regia di SaverioMarconi, nei panni dell’unicopersonaggio della "Line" che non aveva maiinterpretato: Diana Morales.Nel 1999 oltre a essere ancora nel cast di "Grease"debutta in "Hello, Dolly!", accanto a Loretta Goggie Paolo Ferrari, nel ruolo di Irene Molloy.Successivamente è stata impegnata nella versioneitaliana de "I dieci comandamenti", nelle vesti diYokebed, la madre di Mosè,ed ora arriva la consacrazionegrazie e “Fantasmi” da non dimenticare ilsuo impegno con l’Accademia di Teatro cavese“Artetempra” di cui, con la madre Elvira Santacroceè autrice di testi, regista ed attrice. Le votazioni sulsito http://italy.broadwayworld.com) saranno apertedal 5 novembre fino al 31 dicembre per cui Cava,questa volta, insieme a tutti i cavesi si deve impegnareper “regalare” a Renata Fusco … un sogno..!OrologeriaAlfredo De BonisPiazza Duomo, 21 - Cava de’ TirreniLavorazioneartigianaledi pietre dure(Si effettuanoriparazionidi orologidi tuttele marche)Da padre...in figlioTel. 349.340.87.08Mini Market TrezzaPiccolo negozio...grande risparmio!Via Sala, 21Cava de’ TirreniTel.089.341277di Francesco ApicellaVia XXV Luglio, 33Cava de’ TirreniTel.089.344426347.6398809FerramentaUtensilielettriciManiglierie

4 - CRONACACiro Visc<strong>it</strong>o, quando la passioneper l’ulivo diventa ragione di v<strong>it</strong>aA Sant’Anna, ancora si produce eccellente olio extravergineGerardo Ard<strong>it</strong>oCava de’ Tirreni è stata nei secoli fiorente per ilturismo, il commercio e l’artigianato, ma anche percolture come olive e tabacco.La produzione di olio col tempo è andata scemando,ma ancora oggi è possibile scoprire delle piccoleeccellenze, poco conosciute, ma che grazie a“qualcuno” ancora sopravvivono.Oggi parliamo dei coltivatori di olive.Sant’Anna è per eccellenza a Cava l’area che dasecoli ha prodotto ottime olive da olio, ma oggi laproduzione è lim<strong>it</strong>ata in gran parte ad una produzionee al consumo familiare.Per saperne di più incontriamo CiroVisc<strong>it</strong>o, 61 anni, coltivatore diretto,nato e da sempre vissuto a Sant’Annaa prendersi cura del suo uliveto.Terzo di cinque figli, da gen<strong>it</strong>oriagricoltori ci parla del suo amore pergli ulivi, che considera con lo stessoamore che si nutre per un figlio.Siamo curiosi di sapere tutto su questapianta antica come l’uomo.“Sono cresciuto tra tabacco, ulivie mucche –esordisce Ciro Visc<strong>it</strong>o. Untempo era questa l’economia ruraledi Sant’Anna, abbiamo sempremangiato il nostro olio. Nostra madre aveva comeme un grande amore e cura per l’uliveto difamiglia”Il tempo passa, Ciro è rammaricato che il suo olionon abbia mai ricevuto un riconoscimento ufficiale,quel riconoscimento che attesta un prodotto di altaqual<strong>it</strong>à.La prima volta che ho incontrato il signor CiroVisc<strong>it</strong>o mi ha parlato del suo grande amore perl’ulivo e la grande cura nella produzione dell’olio.Mi ha fatto vis<strong>it</strong>are i locali dove ho potuto constatarepersonalmente i particolari accorgimenti che rendonoil suo olio così speciale.Ma ogni parola rifer<strong>it</strong>a si è scalf<strong>it</strong>a nella mia memoriaquando ho assaggiato il suo olio. Mi aveva regalatouna bottiglia d’olio e delle olive snocciolate sott’olio.In un filo d’olio sull’insalata assaporavo tutto ilgusto delle olive. Ma un gusto leggero, inspiegabile.Da sempre avevo provato oli genuini, spesso provenientida agricoltori del Cilento, ma l’acid<strong>it</strong>à rendevasgradevole l’olio al palato. Questa volta era diverso.Quest’uomo mer<strong>it</strong>a di essere conosciuto, mi sonodetto, ed eccomi qua a saperne di più sulla suaproduzione.Ciro mi spiega che se si desidera produrre un oliodi qual<strong>it</strong>à si è penalizzati sulla quant<strong>it</strong>à prodotta.“Un detto dice: l’ulivo rendequando a gennaio pende – spiegaCiro. Il motivo è che così si ottieneun’abbondante raccolta a terra.Ma olive troppo mature aumentanol’acid<strong>it</strong>à dell’olio.Le olive raccolte a mano sullapianta sono selezionate, ma perraccoglierle sulla pianta ho necess<strong>it</strong>àdi potarla per rendere irami robusti a discap<strong>it</strong>o dei quant<strong>it</strong>ativi di produzione.Chi bada al prof<strong>it</strong>to raccoglie le olive aterra senza selezionare i frutti della pianta. Oltretuttoil distacco dalla pianta della Minucciola,la qual<strong>it</strong>à di oliva presente in zona, rende faticosala raccolta a mano; motivo che spinge molticoltivatori a raccoglierla a terra, quindi solo acompleta maturazione. Alcuni produttori perfacil<strong>it</strong>are la caduta utilizzano prodotti chimici,con conseguenze negative sulla genuin<strong>it</strong>à delprodotto.Voi non raccogliete a gennaio…Noi anticipiamo la raccolta tra metà ottobre emetà novembre. E’ necessario considerare laqual<strong>it</strong>à dell’ulivo e le condizioni del tempo, ilterreno e la veloc<strong>it</strong>à di maturazione. Un altrofattore che rende il nostro olio così gradevole èlo stazionamento delle olive dopo la raccolta.Le olive dovranno asciugare su reti sospese dalpavimento. Non trasportate in sacchi al frantoio,ma in casse a grate per ev<strong>it</strong>are la fermentazione.Tutto potrebbe altrimenti contribuire all’acid<strong>it</strong>àe alla formazione di muffe.Quanti alberi di Ulivo conta Sant’Anna all’Oliveto?Dalle 10 alle 15 mila piante di Minucciola, anchese molte sono state sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e con altra qual<strong>it</strong>à.Una pianta non potata produce fino a 2 quintali;una volta potata la pianta non supererà i 60 kg.Quante piante avete nel vostro uliveto?Circa 210 piante di cui oltre 150 sono centenarie.Quanto sopravvive un ulivo?Dai 400 ai 600 anni, dipende dal clima. SullaCiro Visc<strong>it</strong>o e la sorella Adastrada Maggiore che anticamentepassava per Sant’ Annadi Cava e conduceva a Salerno,attraversando Cammarese(vicino il castello di S. Adjutore)e la Valle di San liberatore,ci sono tantissime esemplaricentenari; ma un tempone erano presenti in numeromaggiore.Perché sono scomparsi? Moltiulivi sono stati venduti clandestinamente,da proprietarisenza scrupoli, ai vivaisti perimpiantarli in ville private.Ma gli ulivi non sono sotto la protezione dello Stato?Noi agricoltori diretti riceviamo mediante l’Agea(ndr organismo comun<strong>it</strong>ario per gli aiuti in materiadi produzione dell’olio) due euro l’anno per latutela e la conservazione di ogni esemplare diulivo, che dovrebbe incentivare la regolare potatura,la pulizia del terr<strong>it</strong>orio e la conservazionedell’ulivo, ma non tutti i dichiarati coltivatoriosservano le direttive.Come è arrivata la Minucciola nel nostro terr<strong>it</strong>orio?La Minucciola proviene, probabilmente, dallapenisola sorrentina. A Massa Lubrense la piantaera radicata quale offerta al tempio di Minervae si pensa che provengano da lì gli esemplaricoltivati qui a Sant’Anna. Che la nostra oliva siala “Minucciola” è stato confermato anche dalprofessor Raffaele Sacchi, esperto sulla tracciabil<strong>it</strong>àdell’olio, della facoltà di Agraria dell’Univers<strong>it</strong>àdi Napoli Federico II, che tra l’altro, paresia vissuto a Cava per circa 15 anni.Quanti produttori di olio conta Sant’Anna all’Oliveto?Circa 50 piccoli produttori. Ma molti produconol’olio solo per il consumo familiare.Disponete di un frantoio? Dove portate a spremerele vostre olive?Nei primi del ‘900 qui c’eranoalmeno 10 frantoi, negli anni’50 se ne contavano 5 (ogni 5/6famiglie ne aveva uno). Fino al2007 nei pressi di Ponterosa(vicino Pregiato) c’era il frantoiodella famiglia Russo, con macchinaridi ultima generazione,purtroppo per motivi logisticiè stato chiuso. Oggi siamo costretti a portarefuori le nostre olive, io le porto al frantoio diBracigliano, il più vicino, assicurandomi che l’oliosia derivato dalle mie olive, quindi seguo personalmentela sprem<strong>it</strong>ura.E’ vero che è così attento da mettere da parte persinoi primi l<strong>it</strong>ri di olio?Certo, non so mai chi ha portato a spremere leolive prime di me e desidero che il mio olio nonsia contaminato da altre produzioni.Quanto olio produce la sua azienda ogni anno?Mediamente dai 400 ai 500 l<strong>it</strong>ri.Chi la iuta nel suo lavoro?Solo mia sorella Ada, che insegna alla scuolamedia Balzico. Un tempo ci si avvaleva di raccogl<strong>it</strong>oriche percepivano come compenso 2 l<strong>it</strong>rid’olio al giorno. Oggi in supermercato compril’olio a 3 euro al l<strong>it</strong>ro, quindi nessuno si sogna dilavorare per due l<strong>it</strong>ri d’olio al giorno.Un consiglio sulla conservazione dell’olio.L’olio va conservato in ambiente dai 7 ai 15 gradi,in recipienti scuri, riemp<strong>it</strong>i fino all’orlo, la lucene modifica le qual<strong>it</strong>à organolettiche.Cosa indica la solidificazione dell’olio in frigo?E’ uno dei parametri di genuin<strong>it</strong>à.L’olio deve essere limpido?Un buon olio fino a 5/6 mesi dalla produzionenon è mai limpido. Se un olio fresco è già limpidoè acido.L’azienda di Ciro Visc<strong>it</strong>o vende direttamente l’olio.Per ottenere olio extravergine di grande qual<strong>it</strong>à sononecessari grandi sacrifici da parte del coltivatore edassaggiarlo è un’esperienza unica per il palato deibuoni intend<strong>it</strong>ori.L’azienda Ciro Visc<strong>it</strong>oè in local<strong>it</strong>à S. AnnaCava de’ Tirreniin via P. Di Domenico, 37Telefono 089.46.14.79PasticceriaGelateriaNatale ...Sinfonia di delizie!Corso Mazzini,Parco BeethovenCava de' TirreniTel.089.463778Ampie saleCorso Mazzini, 108/112Cava de’ Tirreni - Tel.089.345772Nelle foto: in alto, Don Giuseppe Lando,recentemente scomparso, mostra la copertina delsuo libro “La Grande Catechesi di Medjugorje”,in basso, Suor Paolina Kvesic con il Sindaco MarcoGaldi e Antonio Oliviero in Comune accanto albusto di Mamma Lucia.Pescheria Pianeta Maredi Emilio Ferrigno & C.Dal martedì al sabato:gastronomiae piatti prontia base di pesce.Venerdì, sabatoe domenicaCuopperia.Chiuso il lunedìVia Balzico, 34 (vicolo della neve) - Cava de’ TirreniPedro’s...l’appet<strong>it</strong>o21 DICEMBRE 2012Don Giuseppe, la Sapienza nella Fedeed il Cuore della SolidarietàCuore, Energia, Intelletto, Fede: ecco lequattro qual<strong>it</strong>à cardinali che hanno caratterizzatola bella figura sacerdotale delPadre Filippino don Giuseppe Lando,scomparso il 10 dicembre scorso allaveneranda età di novantasei anni, pressola Basilica dell’Olmo, dove operava dacirca vent’anni.L’energia, fisica e mentale, gli ha permessodi giungere in piedi ed a visoaperto al momento del distacco. È statoin grado quasi fino all’ultimo di diremessa e di suonare la sua amata musica:e recentissimamente ha accompagnatoper ben due volte a Medjugorje il gruppodi Cava organizzato dall’amico fraternoAntonio Oliviero, che poi gli è statovicino con tutta la carezza dell’affettoanche nell’ora suprema.A Medjugorje ha lasciato il segno, siaper la sua figura di sacerdote, sia per laforza con cui ha celebrato la Messa esostenuto le l<strong>it</strong>urgie e le preghiere, siaperché, oltre a tante altre pratiche disolidarietà discreta, è stato il principalebenefattore dell’iniziativa “Un pozzod’amore”, lanciata da Oliviero al finedi donare una conduttura d’acqua allaCasa di Riposo per Anziani di Lubuskyguidata da Suor Paolina Kvesic, cheproprio due settimane prima della suascomparsa è venuta a Cava a ringraziarepersonalmente lui e la c<strong>it</strong>tadinanzacavese per il dono dell’acqua.Al Cuore ed all’Energia si accompagnavail ben dell’Intelletto e dellaCultura, che ha prodotto centinaia dipoesie e saggi cr<strong>it</strong>ici e circa trenta pubblicazioni, dicui le ultime scr<strong>it</strong>te ed ed<strong>it</strong>e dai novant’anni in su.E non si trattava di composizioni semplici: vannodalla Guida della Basilica dell’Olmo all’esegesi deimessaggi di Medjugorje, dalla bella raccolta divicende autobiografiche ai saggi su due figure sacreDon Giuseppe Landocome San Pio e Padre Castelli.Il tutto, illuminato da una fedeprofonda e convinta, legatissima alletradizioni dei padri, che lo ha accompagnatofin dall’infanzia calabresee poi durante l’esercizio sacerdotale,soprattutto a GuardiaSanframondi, un paese che ancoralo ricorda con grande affetto, tantoda inviare una sua delegazione aisolenni funerali.Insomma, una figura che ha lasciatoil segno non solo a Cava e che mer<strong>it</strong>anon solo di essere ricordata ma ancheconosciuta bene e meglio, attraversoi suoi scr<strong>it</strong>ti dotti e saggi e maestridi v<strong>it</strong>a.Una persona che, come ha dettoAntonio Oliviero durante il r<strong>it</strong>o funebre,non lascia solo la tristezza diaverlo perduto, ma anche la gioia diaverla conosciuta.FBV<strong>it</strong>oloCaro V<strong>it</strong>torio, Maestro di FotografiaNon erano pochi i colleghi che lochiamavano “Don V<strong>it</strong>torio”, come sideve ad un maestro. E Maestro nell’artedella fotografia lo era davvero V<strong>it</strong>torioBisogno, scomparso il 7 dicembre a solisettantaquattro anni, dopo una lunga edinesorabile malattia. Fin da giovane,collaborando col padre Carmine, avevadimostrato un talento innato per il r<strong>it</strong>rattoe la fotografia da cerimonia. Doti messea frutto per oltre cinquant’anni, nei suoi“regni” di Piazza V<strong>it</strong>torio Emanuele II.Parlano i fatti: circa diecimila imatrimoni e gli eventi immortalati daisuoi servizi in Campania e fuori regione,a volte anche tre in un giorno, atestimonianza di quanto fosse ricercato.Ma i fatti veri sono le sue foto: inquadratureperfettamente decentrate o fantasiosamente svasate,luci diurne e notturne morbidamente adagiatesull’immagine, atmosfere appropriate edemozionanti anche grazie a dissolvenze studiateed a giochi precisi tra primi piani e profond<strong>it</strong>à dicampo, r<strong>it</strong>ratti r<strong>it</strong>occati a mano anche sul negativoe ben prima di Photoshop, utilizzo al massimolivello della tecnica ma senza la ricerca di artificiosieffetti speciali. Il tutto cond<strong>it</strong>o da una passioneprofonda e da un orgoglio che per lui era stimoloe non esibizione.È troppo presto privato di lui e troppo vuoto di lui,quel negozio: mancherà la suaarte, ma mancheranno anchequella sua presenza “forte”, quelsuo sorriso che era un mix dicomunicazione, difesa, sfida econsapevolezza, quella voglia diraccontarsi, di raccontarel’importanza del sacrificio e dellacorrettezza professionale, quellafierezza di sentirsi padre,quell’orgogliosa soddisfazionedegli “obiettivi raggiunti con isuoi obiettivi”, quella suacordial<strong>it</strong>à che, se sposata con lafiducia, diventava la voce di unospir<strong>it</strong>o amico. Ma rimarrà la forzadella sua presenza, di un artigianoche viveva il suo mestiere con lo spir<strong>it</strong>o el’entusiasmo di un artista.Alla moglie Mafalda Salzano, ai figli Marco (erededel suo esercizio, arricch<strong>it</strong>o dalla sezione di Ottica),prof. Massimiliano e Cinzia (a cui è dedicatal’amatissima Villa di tante cerimonie, orgogliodella sua v<strong>it</strong>a), al genero Michele Amodio, ai nipotiLuca e Marina, un affettuoso abbraccio da tutta laredazione di Cavanotizie.<strong>it</strong>, a nome dei tanti chel’hanno conosciuto ed apprezzato e che hannoimparato a volergli il bene che mer<strong>it</strong>ava.(FBV)V<strong>it</strong>torio Bisognoè più di un metros!

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