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CavaNotizie.it n.41

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6 - CULTURA5 OTTOBRE 2009L'odissea dei fedeli senza StatoLa tragica storia dei seicentocinquantamila internati mil<strong>it</strong>ari <strong>it</strong>aliani che negarono laloro adesione alla Repubblica sociale viene ora ripercorsa nell'ultimo libro di MarioAvagliano, che raccoglie diari, lettere e testimonianze dai lager nazisti. Così tra il 1943e il '45 nacque la prima forma di silenziosa resistenza dei trad<strong>it</strong>ori trad<strong>it</strong>iFranco Marcoaldi«Il cervello è un vulcano di pensieri: la v<strong>it</strong>a, la casa,i tedeschi. La testa mi scoppia. Che fare? Alle 24,invece del cambio, arrivano altri uomini armati.Uno dice: "Altro che pace!" É la guerra di nuovo.Contro i tedeschi, stavolta». Così l'allievo ufficialeLino Monchieri annota nel proprio diario lasensazione di assoluto smarrimento di fronte alcollasso dell'8 settembre, collasso di un eserc<strong>it</strong>o edi una intera nazione, a cui farà segu<strong>it</strong>o la catturae la deportazione nel Terzo Reich di centinaia dimigliaia di soldati e ufficiali <strong>it</strong>aliani, la maggiorparte dei quali, negando la loro adesione allaRepubblica Sociale, daranno v<strong>it</strong>a alla prima formadi resistenza contro il nazifascismo.La storia, a lungo rimossa, dei seicentocinquantamilainternati mil<strong>it</strong>ari <strong>it</strong>aliani viene oraripercorsa in un importante librodi Mario Avagliano e MarcoPalmieri, che raccoglie diari elettere dai lager nazisti nel periodo1943-1945.E niente come questa grande massadi documenti personali (compresoun cap<strong>it</strong>olo dedicato a chi decide di stare dalla partedei tedeschi e dei repubblichini), riesce a dar contodi una vicenda storica complessa e tragica, in cuil'umiliazione di un intero popolo si intreccia a unaprogressiva presa di coscienza individuale ecollettiva, a una fedeltà nelle proprie convinzionipagata molto duramente. E per nulla ricompensatadalla nazione <strong>it</strong>aliana. Dopo lo sbandamento segu<strong>it</strong>oall'8 settembre, i tedeschi disarmano circa un milionedi uomini, «di cui 196.000 fuggono o vengonoliberati, 94.000 aderiscono sub<strong>it</strong>o, oltre 13.000muoiono prima di arrivare nei lager e ben 710.000vengono deportati con lo status di Imi».Dall'Italia, dalla Francia, dai Balcani, comincianoa partire alla volta del Terzo Reich lunghe tradottedove i mil<strong>it</strong>ari <strong>it</strong>aliani vengono stipati come bestie,dentro vagoni sigillati: «Cerchiamo di sdraiarci allameglio», scrive l'allievo ufficiale Giovanni Notte,«ma è impossibile. Sembra che nani maligni si sianodivert<strong>it</strong>i ad allungare i piedi e le gambe. Se allunghiun piede, trovi sub<strong>it</strong>o dieci, venti piedi e un buonnumero di persone che urlano». L'impatto con ilager, se possibile, è ancor più terrificante di questaperegrinazione alla cieca nel cuore dell'Europa:l'offesa pat<strong>it</strong>a dai carcerieri, ex alleati, risulta dasub<strong>it</strong>o insopportabile. Chi è stato trad<strong>it</strong>o dal proprioStato ora deve, in sovraprezzo, sentirsi definiretrad<strong>it</strong>ore. Trattato come un "sottouomo" dai suoiaguzzini. Le condizioni igieniche sono pietose: «Ilcampo era privo di fogne», ricorda il sottotenenteGastone Petraglia.«L'acqua sporca stagnava lungo rigagnoli scavatinella sabbia e molto vicini alle baracche. Si bevevaacqua inquinata e non potabile. Oltre a ciò lo spurgodelle latrine andava a finire nelle vicinanze di quellepompe infiltrandosi in tal modo nell'acqua». Se atutto ciò si assommano gli effetti dell'intollerabilefreddo di un primo, rigidissimo inverno, eccospiegato l'immediato dilagare di tubercolosi,dissenteria, malaria, tifo petecchiale.Ma il nemico numero uno è e sarà per tutto il periododella prigionia, la fame. Una fame lancinante,onnipresente: un buco nero che niente riesce aplacare. La brodaglia quotidiana di rape e pane disegala, chiamata in gergo sbobba, è assolutamenteinsufficiente.Così c'è chi finisce per contendere il fienoai cavalli, per mangiare la legna bruciata.Il rischio della pazzia è sempre dietro l'angoloe difatti non mancano casi in cui sotto ilmaterasso di prigionieri morti di inedia, s<strong>it</strong>rovano pagnotte nascoste e accumulate nelcorso dei mesi. Il cibo diventa una vera epropria ossessione che popola le fantasie notturnedegli internati. Giuseppe Volpi racconta di unricorrente "sogno ar<strong>it</strong>metico": «Turbato che il mioaccantonare un settimo di razione mi desse in duegiorni solo un quinto in più, stanotte ho fatto dinuovo le operazioni con le frazioni ed ho trovatola soluzione. Mettendo via un settimo più un quintoal giorno, e cioè dodici trentacinquesimi, pari perdifetto a un terzo, avrò alla domenica due razioni».Al risveglio, però, queste elucubrazioni lasciano iltempo che trovano. E nella crescente disperazionesi tenta la strada del mercato nero: un orologio, unpaio di guanti e di stivali contro lardo, pane, tabacco.Nel lager polacco di Benjaminowo la "borsa" haluogo nei cessi, e i detentori del "listino" sono ipolacchi destinati alla pulizia dello sterco, altrimentidetti "merdaioli".«Il mercato», annota il sottotenente Antonio Rossi,«deve svolgersi di nascosto e perciò avvienenell'interno del gabinetto ed il "merdaiolo" per farentrare la merce nel campo la mette in una cassettache poi sprofonda nel carro sporco. E non è raroche qualche pagnotta non sia proprio pul<strong>it</strong>a». Sì, lafame è la parola chiave attorno a cui ruota tutta lav<strong>it</strong>a del prigioniero. E ben lo sanno i tedeschi, chebattono e ribattono su questo tasto nella loro re<strong>it</strong>erataproposta di adesione alla Repubblica Sociale rivoltaagli ufficiali <strong>it</strong>aliani (diverso il caso di sottufficialie truppa, che dopo l'iniziale rifiuto vengono sped<strong>it</strong>ial lavoro coatto per rimpiazzare la manodoperat e d e s c aimpegnata suifronti di guerra).Dunque il "no"ai nazisti da partedi ciascunufficiale ère<strong>it</strong>erato,continuo, ciò cherende ancor più commovente e ammirevole questalotta senza armi contro il nazifascismo. E riproponela domanda su quali siano state le ragioni che hannospinto un numero così alto di mil<strong>it</strong>ari a perseverarenella propria scelta.Lo spettro delle motivazioni è quanto mai ampio egli autori del libro (oltre a Giorgio Rochat, nellasua prefazione) ne danno puntualmente conto:soprattutto all'inizio gioca un ruolo fondamentalela stanchezza nei confronti della guerra;imprescindibile è l'attaccamento alla divisa e allestellette, il giuramento dato al re e non a Mussolini;mentre assume un peso crescente l'odio maturatogiorno dopo giorno nei confronti dei carcerier<strong>it</strong>edeschi.Il fatto è che ciascuno di questi uomini, per la primavolta in v<strong>it</strong>a loro e dopo essere stati imbevuti peranni e anni di ideologia fascista, ora devono fare iconti con la propria coscienza e maturareindividualmente le proprie decisioni, nelle peggioricondizioni possibili. «Siamo soli», scrive il cap<strong>it</strong>anomedico Guglielmo Dothel, «non combattiamo piùper nessuno ma solo per noi stessi in nome dellanostra coscienza, del nostro onore, della nostradign<strong>it</strong>à di uomini». La scelta, oltretutto, si rivelatanto più difficile perché la condizione assolutamenteanomala di "internato mil<strong>it</strong>are" (pervicacementevoluta da H<strong>it</strong>ler), impedisce qualunque controllo econforto da parte degli organismi internazionalipreposti, in primis della Croce Rossa. Senza contarela percezione di un totale abbandono da parte di ciòche resta dello Stato <strong>it</strong>aliano, mentre per contromontano le pressioni di quei familiari che inv<strong>it</strong>anoi loro congiunti a lasciar perdere e a r<strong>it</strong>ornare a casa.Paradossalmente, è proprio all'interno del lager chei nostri mil<strong>it</strong>ari troveranno le energie necessarie aportare fino in fondo la propria decisione, rinsaldatada una crescente consapevolezza antifascista. Sì, ènel lager, perché lì nasce quella singolarissimacomun<strong>it</strong>à che Giovanni Guareschi definirà «C<strong>it</strong>tàDemocratica»; il primo germe di democrazia concui vengono a contatto giovani cresciuti tra fascil<strong>it</strong>tori, adunate di Balilla e Avanguardisti, e che ora- nel luogo più impensato, tremendo - si trovano adiscutere della libera scelta individuale. E adapprendere, in lunghe serate trascorse in baracca,i primi rudimenti di filosofia, pol<strong>it</strong>ica, storia <strong>it</strong>aliana,poesia, musica, teatro.Pensate solo quale concentrato di intelligenze etalenti era presente nel già c<strong>it</strong>ato campo diBenjaminowo: Guareschi, il caricaturista Novello,il poeta Rebora, il filosofo Enzo Paci, l'attoreGianrico Tedeschi. Che incredibile scuola di v<strong>it</strong>a,deve essere stata. In una lettera inviata dal cap<strong>it</strong>anoGiuseppe De Toni al fratello Nando e letta da RadioLondra, è scr<strong>it</strong>to: «Ho letto di Madri, Mogli, Figliche chiedono, implorando in buona fede una firmadisonorevole; io stesso ho ricevuto, e non una solavolta, una invocazione rivolta al mio cuore di mar<strong>it</strong>oe padre, un appello diretto alla ragione. É la provasuprema per un uomo. Ma c'è qualcosa in me, innoi, che supera ogni lato affettivo, ogni tentazione,ogni lusinga, qualcosa che ci permette di vincereanche il nostro egoismo che si fa spesso tantoprepotente».De Toni intuisce che in Italia si comincia a insinuareche gli Imi siano in realtà degli attendisti, addir<strong>it</strong>turadegli imboscati. «Siete in buona fede e solo perquesto possiamo perdonare la vostra debolezza.Ma da voi, da tutti voi, non attendiamo solo un aiutomateriale, pur tanto prezioso, quell'aiuto che salvala nostra esistenza fisica.Noi attendiamo, come ancor più prezioso, piùnecessario, il vostro aiuto morale, il conforto dellavostra comprensione, il vostro inc<strong>it</strong>amento aresistere».Purtroppo le cose non andranno nel sensoauspicato dal cap<strong>it</strong>ano. Quando, fin<strong>it</strong>a la guerra, gliinternati mil<strong>it</strong>ari <strong>it</strong>aliani sopravvissuti all'orrore dellager torneranno in Italia, troveranno una patria adir poco distratta. L'unica Resistenza ufficialmentericonosciuta è quella dei partigiani.L'onore mil<strong>it</strong>are e la fedeltà al re sono monetevecchie, ormai fuori corso. La fer<strong>it</strong>a aperta dallacatastrofe ist<strong>it</strong>uzionale dell'8 settembre vadimenticata a tutti i costi. Così la ribellione silenziosae disarmata di centinaia di migliaia di <strong>it</strong>aliani s<strong>it</strong>rasforma in una esperienza di cui è meglio tacere,che induce addir<strong>it</strong>tura a un sentimento di vergogna.E quella drammatica storia finisce per essereallontanata dalla memoria collettiva di un paese cheancor oggi, a sessantacinque anni da quegliavvenimenti, paga un altissimo prezzo per lamancanza di un passato condiviso.Aveva ragione Guareschi: «I più pericolosi nemicidell'Italia, mi vado convincendo che sono propriogli <strong>it</strong>aliani».(la Repubblica, domenica 6 settembre 2009)L’autore del libroMario Avagliano è natoa Cava de’ Tirreni. Vive e lavora aRoma. Giornalista professionista,studioso di Storia contemporanea, èvicedirettore delle Relazioni Esternee della Comunicazione dell'Anas ecollabora con il quotidiano E Polis econ varie riviste storiche. Ha lavoratoper diverse testate tra cui: IlMessaggero, il Giornale Radio dellaRai, il Giornale di Sicilia, i quotidianidel gruppo Agl-L’Espresso ed èdirettore responsabile diCavanotizie.<strong>it</strong>, Noceranotizie.<strong>it</strong> eVietri Notizie.<strong>it</strong>.E’ membro dell'Ist<strong>it</strong>uto Romano per la Storiad'Italia dal Fascismo alla Resistenza e della Sissco,direttore del Centro Studi della Resistenzadell’Anpi di Roma-Lazio, membro del com<strong>it</strong>atoscientifico dell'Ist<strong>it</strong>uto Storico "Galante Oliva" diNocera Inferiore e direttore e webmaster del portale“storiaXXIsecolo.<strong>it</strong>”.Mario AvaglianoFinora ha pubblicato:Il partigiano Tevere.Il generale Sabato MartelliCastaldi dalle vie dell'ariaalle Fosse Ardeatine(1996); Roma allamacchia. Personaggi evicende della Resistenza(1997); Il Cavalieredell'Aria. L'assodell'aviazione Nicola DiMauro dal m<strong>it</strong>ico CorsoAquila ai record d'altaquota (1998); "Muoioinnocente". Lettere dicaduti della Resistenza aRoma (in collaborazionecon Gabriele Le Moli, 1999); Il Profeta dellaGrande Salerno. Cento anni di storia meridionalenei ricordi di Alfonso Menna (in collaborazionecon Gaetano Giordano, 1999).Per Einaudi ha pubblicato Generazione ribelle.Diari e lettere dal 1943 al 1945 (2006) e GliInternati Mil<strong>it</strong>ari Italiani. Diari e lettere dai lagernazisti 1943-1945 (2009).Vietri sul Mare - Via C. Colombo, 29Tel 089.210255 - www.hotellalucertola.<strong>it</strong>Il coautore del libroMarco Palmieri è nato a Isernia.Giornalista e studioso di Storia contemporanea,ha lavorato per diverse testate; è membro delCentro Studi della Resistenza dell'Anpi di Roma-Lazio e ha pubblicato numerosi articoli e saggisulla deportazione, l'internamento e le vicendemil<strong>it</strong>ari <strong>it</strong>aliane nella Seconda guerra mondiale.Per Einaudi ha pubblicato, con Mario Avagliano,Gli Internati Mil<strong>it</strong>ari Italiani. Diari e lettere dailager nazisti 1943-1945 (2009).Sport 2000Ingrosso e dettaglioArticoli per lo sporte premiazioniwww.sport2000.<strong>it</strong>e-mail: info@sport2000.<strong>it</strong>Tel. 081.517.3946fax: 081.517.0435Via C. A. Angrisani, 29Rione Gelsi - Nocera Inf.Club Ippico KelesCentro equestre federale.Corsi di monta inglese,volteggio e riabil<strong>it</strong>azioneequestre.Sono aperte le iscrizioniQui, oltre allo sport, i vostribambini saranno segu<strong>it</strong>i anche nei loro comp<strong>it</strong>iscolastici, coniugando studio, sport e tempo libero.Via Nicola Pastore, 1 Cava de’ TirreniInfo: Tel.089.441509 - Cell.347.8579423Pasticceria La Dolce V<strong>it</strong>adi Valtucci &SenatoreSpecial<strong>it</strong>à,calzoncellial castagnaccioDolci per celiaciVia Filangieri, 125 Cava de' Tirreni 089.344062- Ragioniere, geometra, operatore servizi sociali,dirigente di comun<strong>it</strong>à e licei tutti- Per<strong>it</strong>o: elettronico, elettrotecnico e informatico- Patente europea del computer (esami in sede)-Preparazione esami univers<strong>it</strong>ariENTES INVESTIGAZIONIInformazioni commercialiInvestigazioni privateSicurezza globaleServizi di ant<strong>it</strong>accheggioGuardie del corpodi Ennio TesoneVia G. 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