Etudes par pays volume 2, PDF, 346 p., 1,4 Mo - Femise

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11873_2002 Study D2: Poverty, Informal Sector, Health and Labour compiuta ma risulta fittizia perché chi finanzia, ovvero rimborsa la struttura pubblica e quella privata accreditata, è alla resa dei conti sempre il Servizio Sanitario Nazionale. In definitiva, il mercato sanitario è un mercato assistito in cui non esiste un vero e proprio rischio d’impresa. Altro aspetto problematico, l’organizzazione dei servizi privilegia le strutture ospedaliere piuttosto che la prevenzione, la medicina di base, la riabilitazione, e più in generale tutti i servizi territoriali (salute mentale, cura tossicodipendenze, consultori familiari, assistenza a persone portatrici di handicap, ecc.). Anche sul versante della spesa i tentativi di riforma sono tutt’altro che «virtuosi» e, insieme al drastico sottofinanziamento della Sanità, comportano un aumento considerevole dei deficit delle Regioni. Anche la regionalizzazione del sistema procede in modo del tutto insoddisfacente, pur essendo la Sanità il terreno più avanzato di autonomia organizzativa e gestionale. La maggiore autonomia locale produce conflittualità a tutti i livelli: tra Regioni e Comuni, perché i sindaci non hanno alcuna voce in capitolo sulle scelte regionali; tra Governo centrale e Governi regionali, impegnati soprattutto in una estenuante contrattazione delle risorse sempre più scarse. Le Regioni procedono in ordine sparso e il Ministero non ha né strumenti efficaci di verifica e controllo sullo stato di attuazione del processo di riordino, né poteri per sanzionare i ritardi e le omissioni. Ad esempio, dal 1988 al 1996, la maggioranza delle Regioni ha utilizzato poco o male i fondi per l’edilizia sanitaria e il Ministero non aveva strumenti per sanzionare i ritardi. Si accentuano il divario tra Nord e Sud del Paese e le disuguaglianze nelle opportunità di cura. Si impone l’esigenza di correggere le ambiguità e le contraddizioni di un modello di aziendalizzazione e regionalizzazione che rischia di aggravare il debito senza migliorare la qualità. La Sanità italiana si trova oggi davanti a un bivio: abbandonare il sistema universalistico, sostituendolo con forme assicurative private più o meno estese, o rafforzare il SSN e gli strumenti di governo del sistema. FONDAZIONE CENSIS 199
11873_2002 Study D2: Poverty, Informal Sector, Health and Labour 3. POVERTY 3.1. Definitions Sono molti gli strumenti forniti dalla Costituzione della Repubblica Italiana a sostegno delle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale: Articoli 1, 4, 35, 36, 37, 38, 39, 40 per il diritto al lavoro Articoli 29, 30, 31 - diritti della famiglia, matrimonio, tutela genitoriale, maternità, l’infanzia e la gioventù Articoli 3, 37, 38, per le pari dignità sociali ed i diritti di pari opportunità per categorie svantaggiate Articoli 34, diritto all’istruzione E’ probabilemte l’Articolo 3 quello che più incarna il principio ispiratore delle politiche di welfare e di inclusione sociale : “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” 3.2. Policy and Legislation Anche il sistema del welfare sta subendo una rapida e drastica evoluzione e i principali più recenti provvedimenti legislativi riguardano il diritto al lavoro e la previdenza sociale, il diritto alla cittadinanza degli immigrati e alle pari opportunità per categorie svantaggiate. Anche il sistema della pubblica istruzione è al centro di una serie di dibattiti parlamentari e di riforme. Per FONDAZIONE CENSIS 200
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