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CAPITOLO DECIMOSESTO. e8 7
fra gli uomini il nome del liberale _ necessario non laseiare
indietro alcuna qualita di sontuosit_: talmente che sempre
un prineipe cosi fatto eonsumer_, in simili opere tutte le
sue faculta, e sara necessitato alla fine, se si vorra mantenere
il nome del liberale, gravare i popoli estraordinaria- s
mente, ed esser fiscale, e fare tutte quelle cose che si
possono fare per aver danari. It che comincier/_ a farlo
odioso con i sudditi, e poco stimare da ciascuno diventando
povero; in modo che con questa sua liberalita, avendo
offeso gli assai, e premiato i pochi, sente ogni primo disagio, ,o
e periclita in qualunque primo pericolo ; il che conoscendo
lm, e volendosene ritrarre, incorre subito nell' infamia del
misero. Un principe dunque, non potendo usare questa
virt/a del liberale senza suo danno, in modo chela sia
conosciuta, debbe, se egli _ prudente, non si curare del ,5
nome del misero, perch_ con il tempo sara tenuto sempre
pih liberale, veggendo the con la sua parsimonia le sue
entrate gli bastano, pu6 difendersi da chi gli fa guerra, pu6
fare imprese senza gravare i popoli, tahnente che viene
ad usare la liberalita a tutti quelli a chi non toglie, che _o
sono infiniti, e miseria a tutti coloro a chi non d_t, che
sono pochi. Nei nostri tempi noi non abbiamo veduto
proximos. Quas enim eopias iis et suppeditari aequius est, et rehnqui,
eas transferunt ad alienos. Inest autem in tali liberalitate
cupiditas plerumque rapiendi, et auferendi per injuriam, ut ad largiendure
suppetant copiae. Videre etiam licet plerosque, non tam
natura liberales, quam quadem gloria ductos ut benefici videantur,
facere multa, quae proficisci ab ostentatione magis, quam a voluntate
videantur.' Op. cit. lib. ii. 15. § 54: ' Multi patrirrmnia effuderunt
inconsulte largiendo. Quid enim est stultius quam, quod libenter
faclas, curarc ut id dmtius facere non possis ? Atque etiam sequuntur
largitionem rapinae. Cum enim dando egere coeperunt, alienis bonis
manus afferre coguntur. Ita cure benevolentlae comparandae causa
benefiei esse velint, non studia assequuntur eorum, quibus dederunt,
quanto odia eofum, quibus ademerunt.' § 58: 'Vitanda tamen est
suspicio avaritiae.' It is the more probable that Machiavelli used
the above authorities, as he imitates a passage from the De Officils
further on [ch. xviii], and as the remarks on the subject in Aristotle
[e. g. Pol. xaI 4 b] are not enough for his purpose.