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238 IL PRINCIPE.
un'astuzia fortunata, dico che si ascende a questo principato
o con il favore del popolo, o con il favore de' grandi. Perch&
in ogni citt/t si trovano questi due umori diversi, e nasce da
questo che il popolo desidera non esser comandato n&
oppresso dai grandi, e i grandi desiderano comandare ed
opprimere il popolo ; e da questi due appetiti diversi surge
nelle citt/t uno de' tre effetti, o principato o libert/_ o licenza.
I1 principato &causato o dal popolo o da' grandi, secondo
che l'una o l'altra di queste parti ne ha l'occasione ; perch_
,o vedendo i grandi non poter resistere al popolo, cominciano
a voltare la riputazione ad uno di loro, e lo fanno principe
per poter sotto la ombra sua sfogare il loro appetito. I1
popolo ancora volta la riputazione ad un solo, vedendo non
poter resistere ai grandi, e lo fa principe per essere con
i_ 1'autorit/_ sua difeso. Colui che viene al principato con
3 in ogni cittK si trovano questi due umori, &c.] Ist. Fior. lib. iii ;
Op. 1. 139 : ' Le gravi e naturali nimicizie che sono intra gli uomini
popolan e i nobili, causate dal volere questi comandare, e quelli non
ubbidire, sono cagioni di tutti 1 mali che nascono nelle citt_t ; perch&
da questa dlversit/t di umori tutte le altre cose che perturbano le
Repubbliche prendono il nutrimento loro.' The whole of this chapter
should be compared with Discorsi, i. 2.
4. il popolo desidera non esser comandato, &c.] Discorsi, i. 4° ;
Op. iii. 125 : ' Notasi adunque ... in prima esser nato in Roma questo
mconveniente dl creare questa tirannide [the Decemvirate], per quelle
medesime cagloni che nascono la maggior parte delle tlrannidi nelle
citt_ ; e questo _ da troppo desiderio del popolo d' esser libero, e da
troppo deslderio de' nobili di comandare. E quando e' non convengono
a fare una legge in favore della hbertA, ma gettasi qualcuna
delle parti a favorire uno, allora &che sublto la tirannide surge.'
12. I1 popolo aneora volta la riputazione ad un solo] Discorsi,
i 4° ; Op. iii. 126: ' Quando un popolo si conduce a far questo errore
di dar nputazione ad uno, perch& batta quelli oh' egli ha m odio, e che
quello uno sia savio, sempre interverr_ che diventer_ tlranno di
quella citt_. Perch_ egli attender/_ insieme con il favore del popolo
a spegnere la nobilt/t e non si volterg alla oppresslone del popolo, se
non quando ei 1'arh spenta ; nel qual tempo conosciutosi il popolo esser
servo, non abbia dove rifuggire.'
15. Colui che viene al priueipato, &c.] Disc. i. 4° ; Op. 3. 127 : ' Quelli
tiranm che hanno amino l'universale, ed inimici i grandi, sono pifl