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CAPITOLO OTTAVO. 233
estrema neeessit/t, i quali furono necessitati ad aceordarsi
con quello, ad esser contenti della possessione dell'Africa,
ead Agatocle lasciare la Sicilia. Chi considerasse adunque
le azioni e virth di eostui, non vedria rose, o poehe le quali
possa attribuire alla fortuna; eonciossiacosach6, come di s
sopra e detto, non per favore di alcuno, ma per i gradi
della milizia, i quali con mille disagi e pericoh si aveva
guadagnato, pervenisse al prineipato, e quello dipoi con
tanti partiti animosi e pericoli mantenesse. Non si pu6
aneora ehiamare virt/_ ammazzare i suoi eittadini, tradire _o
gli amici, essere senza fede, senza piet_t, senza religione ; i
quali modi possono fare aequistare imperio, ma non gloria.
Perchh se si considerasse la virti_ di Agatocle nell'entrare
e nell' useire de' perieoli, e la grandezza dell' animo suo nel
sopportare e superare le rose avverse, non si vede perehh _s
egh abbia ad essere giudicato inferiore a qualunque eccellentissimo
capitano. Nondimaneo, la sua efferata erudelt/t
ed inumanita con infinite sceleratezze non consentono che
sia intra gli eceellentissimi uomini celebrato. Non si pu6
adunque attribuire alla fortuna o alla virth quello che senza so
1'una e 1'altra fu da lui conseguito. Ne' tempi nostri, regnante
Alessandro VI, Oliverotto da Fermo, sendo pih anni
II. i quali modi possono fare aequistare imperio, ma non gloria]
Discorsi, iii. 4° ; Op. iii. 434 : ' Dirb solo questo the io non mtendo
quella fraude esser gloriosa, che ti fa romper la fede data, ed i patti
fatti; perchh questa, ancora chela tl acquisti qualche volta Stato
e regno.., la non t_ acquistera mai gloria.' The form of the remark
is like Aristotle's ra_ra Kalr& rom_ra rvpa_wKh ti_ _al _ror_pLar_ dpx_l_,
o_0_1,(_'_k;kdrreLtioxOllpla_ [Pol. I3I 4 a].
22. Oliverotto da :Fermo] i.e. Oliverotto Euffreducci. The following
account is so full that it hardly needs illustration, but it is not without
interest to compare Guicciardini's descriptions. Op. Ined. iii. 294:
' Di Liverotto s' ha a intendere, che e' fu da Fermo, di nobile Casa ; ed
essendo valente soldato e in riputazione per essere cognato di
Vitellozzo [Vitelli], e favorito da parte Orsina, venne in disegno dl
occupare lo Stato di Fermo ; e veduto che bisognava la forza, ordinb
che uno di determinato molti soldati sua confidati, spicciolati e sotto
nome di altre faccende, fussmo in Fermo : il quale di, essendovi lui,
convit6 in casa sua messer Giovanni Frangiani suo zio, uomo di