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Götter und Lararien aus Augusta Raurica

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agli altri in quanto a misura, tipo e caratteristiche stilistiche<br />

offrano degli indizi per l'attribuzione a certe officine<br />

che, però, solo in pochi casi possono essere localizzate.<br />

Così per due tipi di bastoncini rispettivamente<br />

manici di coltello del I secolo d.C. si delinea una concentrazione<br />

nella Svizzera settentrionale e nell'area<br />

contigua ad ovest, mentre i luoghi di produzione per<br />

un tipo di situle di cui furono messe in luce nella nostra<br />

regione singole appliques, sono da collocare nell'Italia<br />

settentrionale. Anche per diversi tipi di bronzetti<br />

che raffigurano divinità si possono ipotizzare<br />

delle cerchie di officine.<br />

Tuttora problematica rimane la datazione di statuette<br />

di bronzo di media qualità come venivano prodotte<br />

sia in Italia che nelle provincie. Un confronto tra<br />

diversi bronzetti databili grazie al contesto nel I secolo<br />

d.C. ci mostra che al più tardi a partire dalla metà del<br />

I secolo d.C. anche sul versante nordalpino venivano<br />

prodotte statuette di bronzo.<br />

Di tre quarti dei bronzi figurati di <strong>Augusta</strong> <strong>Raurica</strong><br />

ci è noto il luogo di rinvenimento all'interno dell'abitato.<br />

Perciò ci parve ovvio studiare accuratamente la<br />

distribuzione degli oggetti per desumerne eventuali<br />

nuove informazioni (parte II). La distribuzione verticale<br />

mostra che negli strati del I secolo d.C. riscontriamo<br />

soprattutto piccoli oggetti di uso quotidiano<br />

utilizzati per un arco di tempo relativamente breve,<br />

nonché dei militaria. Solo pochi complessi contenenti<br />

bronzi figurati risalgono al medio Impero. Questo fatto<br />

può forse essere collegato con un'altro tipo di edilizia,<br />

dato che anche altre categorie di materiali scarseggiano<br />

in questo periodo. Il maggior numero di statuette<br />

proviene da complessi del tardo Impero. Sembra che<br />

esse venissero custodite e conservate in quanto ritenute<br />

possesso prezioso e con significato religioso<br />

fino alla fine della storia della colonia.<br />

Per quanto attiene alla distribuzione orizzontale dei<br />

rinvenimenti dobbiamo costatare che essa risulta<br />

meno rivelatrice. Non è sorprendente che gli edifici<br />

pubblici furono sgomberati in maniera più sistematica<br />

di quelli dei quartieri residenziali e artigianali; risulta<br />

comunque notevole che il carattere e il numero dei<br />

bronzi rinvenuti in abitazioni del ceto superiore praticamente<br />

non si distinguono da quelli riportati alla luce<br />

nei quartieri artigianali più modesti. Sembra che bisogni<br />

tener conto di numerosi fattori esterni, poiché dal<br />

materiale messo in luce non è possibile dedurre ulteriori<br />

informazioni sulla struttura sociale né sull'arredamento.<br />

I bronzetti che raffigurano delle divinità cosituiscono<br />

senz'altro il gruppo più importante e più vario di <strong>Augusta</strong><br />

<strong>Raurica</strong>. Vengono esaminati nella III parte del<br />

lavoro. Si rinvennero perlopiù nei quartieri residenziali<br />

ed artigianali. Possiamo quindi assumere che<br />

anche i pezzi trovati isolatamente erano generalmente<br />

collocati nei larari. Accanto ai bronzetti anche bruciaprofumi<br />

e vasi con serpenti applicati possono fare<br />

parte dell'inventario del larario. Oltre ai bronzetti<br />

sono da menzionare anche iscrizioni votive e sculture<br />

in pietra che illustrano i culti diffusi ad Augst e Kaiseraugst.<br />

Le iscrizioni, che di per sé costituirebbero la<br />

fonte d'informazione migliore per quanto concerne le<br />

questioni religiose, sono purtroppo molto lacunose. -<br />

Statuette di divinità che coronano piccoli «ceppi» sono<br />

soprattutto attestati nella Gallia orientale, perlopiù in<br />

ambiente privato (cfr. Exkurs II). A Kaiseraugst fu rinvenuto<br />

un bronzetto di questa categoria.<br />

La parte IV tratta della funzione e dell'uso di bronzetti<br />

di divinità in un contesto più ampio. In base a sei<br />

complessi costituiti esclusivamente da statuette o comprendenti<br />

almeno alcuni esemplari provenienti dall'area<br />

di <strong>Augusta</strong> <strong>Raurica</strong> si analizza la composizione<br />

del maggior numero possibile di gruppi di bronzetti,<br />

provenienti dall'Italia e dalle provincie nascosti di proposito<br />

o finiti sotto terra per caso.<br />

I numerosi rinvenimenti negli abitati dell'area vesuviana<br />

rimasti sigillati in situ grazie all'eruzione forniscono<br />

un'immagine ben chiara della composizione e<br />

della ricchezza dei larari di questa zona. Fuori dell'Italia<br />

si sono conservati inventari di larari soprattutto<br />

in Gallia e Germania, non di rado però non nella posizione<br />

originaria all'interno della casa, bensì in depositi<br />

di fortuna allestiti in momenti di pericolo per garantire<br />

la salvaguardia di beni preziosi. Talvolta bronzetti facenti<br />

parte di un larario finivano nelle mani di saccheggiatori<br />

o nei depositi di rottami di metallo. La composizione<br />

di inventari di larari nelle provincie corrisponde<br />

in massima parte a quella riscontrata in Italia<br />

anche se le vere e proprie divinità domestiche, vale a<br />

dire i lari, sono meno frequenti. Sembra che la scelta<br />

delle statuette sia ricollegabile al gusto personale del<br />

proprietario; nello stesso inventario accanto a pezzi vetusti<br />

avuti in eredità possiamo trovare infatti delle<br />

creazioni databili ai tempi del proprietario. Così a pezzi<br />

di notevoli dimensioni si affiancano altri più piccoli e<br />

accanto a bronzetti di squisita qualità ne troviamo altri<br />

più modesti. Possiamo quindi desumere che ad <strong>Augusta</strong><br />

<strong>Raurica</strong> si sono conservati inventari di larari particolarmente<br />

ricchi.<br />

Gli stessi bronzetti che troviamo nei larari potevano<br />

diventare degli ex-voto in un santuario pubblico. Il<br />

maggior numero di bronzetti votivi è noto nelle provincie.<br />

E pero da tener presente che solo eccezionalmente<br />

è rimasto in situ l'arredamento di un santuario pubblico.<br />

Votivi preziosi quali statuette o vasellame in<br />

bronzo si rinvengono perlopiù in cosiddetti depositi<br />

sacri, vale a dire in luoghi ritenuti sacri, oppure deposti<br />

in un luogo considerato sicuro in un momento di pericolo.<br />

In tal caso accanto ai bronzetti ed ai recipienti<br />

possono essere presenti anche placchette votive<br />

oppure suppellettile rituale. Spesso un'iscrizione permette<br />

di attribuire gli ex-voto a singoli donatori. Paragonando<br />

le statuette di larari a quelle provenienti da<br />

depositi sacri possiamo costatare che quest'ultimi sono<br />

caratterizzati da una maggiore varietà. Divinità indigene<br />

ed altre, spesso non chiaramente identificabili,<br />

sono presenti in un numero considerevole. Possiamo<br />

assumere che nelle provincie la popolazione sia stata<br />

incline ad adottare il nuovo culto delle divinità domestiche,<br />

praticamente sconosciuto prima della romanizzazione,<br />

quasi in maniera invariata, mentre divinità<br />

indigene sopravvivono nei santuari pubblici che, almeno<br />

in parte, risalgono all'epoca preromana.<br />

Traduzione: Ivo Zanoni

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