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Ami du Vin 2/23

Offizielles Organ der Schweiz. Vereinigung der Weinfreunde Organe officiel de l'Association nationale des Amis du Vin Organo ufficiale dell'Associazione nazionale degli amici del vino Organ ufficial da l’associaziun naziunala dals amis dal vin

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la vie de l'anav

I VINI DEGUSTATI

Chablis Vieilles Vignes 2021, Louis Michel & fils

Chablis 2020, Billaud-Simon

Chablis 1 er Cru Montée de Tonnerre 2019,Louis Michel & fils

Chabris 1 er Cru Montée de Tonnerre 2020, Billaud-Simon

Chablis Grand Cru Les Preuves 2019, Billaud-Simon

Chablis Grand Cru Vaudésir 2020, Billaud-Simon

Chablis Grand Cru Les Blanchots 2020, Billaud-Simon

Chablis Grand Cru Les Clos 2020, Billaud-Simon

Lo Chablis fu introdotto dai Monaci Cistercensi nel 1600 che

capirono subito che queste terre sarebbero state perfette per la

viticoltura, soprattutto per i bianchi di buon corpo e freschissimi.

Mediante le vie fluviali, molto importanti per favorire i commerci

con il resto d’Europa lo Chablis ebbe fortuna sin da subito.

Nel 1886 la fillossera insieme allo oidio colpirono i vigneti di

tutto il mondo e anche le vigne di Chardonnay dell’area dello

Chablis subirono perdite enormi.

Tra questo, i climi freddi invernali della zona per cui i produttori

non erano ancora preparati, lo Chablis conobbe un declino

continuo fino agli anni ’60. In questo periodo la produzione si

limitava a una zona limitatissima meno di 1000 ettari.

Poi con nuove tecniche della coltivazione e attenti alla salvaguardia

della vite durante i mesi invernali, aiutarono i vignaioli a

intraprendere nuovamente la strada della coltivazione di Chardonnay

per produrre quello che viene anche chiamato il vino

bianco del nord.

Uno dei metodi per evitare il congelamento delle viti nelle

fredde notti invernali prevede l’accensione di particolari stufe

(oppure degli atomizzatori d’acqua o bruciatori tra i filari) che

riscaldano le piante evitando così delle pericolose gelate.

Simbolo di elevata qualità

Attualmente la coltivazione di Chardonnay dedicata alla produzione

di Chablis oggi si estende per un territorio di ca 5000

ettari vitati, ed è tornata a rappresentare un simbolo non solo di

rinascita, ma di altissima qualità.

Le uve di Chardonnay vengono raccolte a piena maturazione

e trasportate in cantina, dove solitamente vengono affinate in

acciaio. Sono davvero pochi i produttori che utilizzano il legno,

perché l’acciaio permette al vitigno di esprimere al meglio i propri

sentori primari tipici dell’uva. Coloro che scelgono di utilizzare

il legno prediligono comunque botti grandi e vecchie.

Andrea De Lusi (a sinistra) merita i ringraziamenti di Antonello Grassi.

Il vino Chablis si suddivide in quattro principali denominazioni:

Petit Chablis, Chablis, Chablis Premier Cru e Chablis Grand

Cru. La categoria Chablis Grand Cru è composta da appena

sette vigneti o climat: Blanchot, Bougros, Les Clos, Grenouilles,

Preuses, Valmur e Vaudésirs.

Sulle etichette se viene specificato Château o Domaine significa

che i produttori sono anche proprietari, altrimenti i produttori

acquistano l’uva dai viticoltori locali.

Vini d’oro

Il colore di questi vini tende ad assumere sfumature dorate. Al

naso è complesso, ricco di sentori profumati tra i quali spiccano

i fiori bianchi e la frutta fresca (limone, cedro, mela verde,

pesca bianca). All’assaggio si mantengono freschi ed eleganti;

possiedono un’ottima spalla acida. Il sorso è persistente, lungo

e minerale che da una sensazione minerale di silice, ardesia

bagnata e pietra focaia che lo rendono unico e inconfondibile.

Tra gli abbinamenti consigliati con questo tipo di vino ci sono

le ostriche (il motivo è proprio legato alle caratteristiche aromatiche

e gustative dei vini derivanti dai terreni calcarei ricchi di

fossili), oltre al classico abbinamento con pesce e i crostacei o

carni bianche fredde e formaggi freschi. Ivo Garobbio

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