Ami du Vin 3/22-D

risque d’ailleurs d’en provoquer avec presque tous mes
textes puisque je ne parviens pas à me résoudre à une
écriture inclusive. Je sais évidemment qu’il existe aussi
depuis quelque temps des méthodes «allégées» d’écriture
inclusive sous forme d’un * ou d’un : par exemple.
Mais je dois l'avouer franchement, rien n’y fait: à la lecture
de ce genre de textes, je trébuche régulièrement sur de
telles constructions et pour éviter d'alourdir inutilement
mes écrits je préfère donc m’en tenir à la bonne vieille
pratique qui consiste à utiliser tantôt le féminin et tantôt le
masculin, étant entendu que tout le monde est toujours
inclus et que je porte la même estime aux lecteurs de
sexe féminin que masculin. Si vous le permettez, mon
clin d’œil à l’inclusivité se déclinera donc plutôt en
quelques libertés grammaticales en tous genres.
Mais revenons à la vendange tardive qui peut aussi
former un couple gourmand avec un morceau de
munster, de roquefort ou une tarte aux pommes. L’élixir
dont je vous parle était issu d'une vendange tardive
de 2017, la dernière que le domaine a pu faire, selon
les dires du vigneron. Depuis, il a fait chaque année
beaucoup trop chaud pour une vendange tardive,
m'a-t-il confié. Cette remarque m’a fait brusquement
prendre conscience de l'impact que les évolutions
climatiques peuvent avoir jusque sur mon propre
palais. Les générations à venir devront peut-être se
contenter de récits sur ce mariage idéal entre une
vendange tardive et ce vous savez mais que je ne
répéterai point… même si, rien que d’y penser, j’en ai
l’eau à la bouche.
chp
***
Care amiche e cari amici del vino
ogni volta in tali costruzioni di parole e mi sento infastidita
nel mio flusso di lettura. Ritengo perciò che tali
costruzioni siano piuttosto riluttanti, anche se personalmente
gradirei menzionare entrambi i sessi fondandomi
sul principio dell’uguaglianza di tutti gli esseri
umani. Continuerò pertanto a menzionare ogni volta la
forma maschile e quella femminile. Spero che in avvenire
mi accordiate l’approccio piuttosto ludico ai due
generi grammaticali – ben sapendo che sono una fervida
sostenitrice dell’uguaglianza tra i sessi.
Ma ritorniamo al vino di vendemmia tardiva, che gradisco
moltissimo e che si abbina perfettamente anche a
un buon pezzo di formaggio o a una torta di mele. Tale
vino era stato prodotto da uve a maturazione tardiva,
annata 2017. Secondo il viticoltore si sarebbe trattato
dell’ultima vendemmia che l’azienda vinicola ha potuto
fare. Da allora, la temperatura annuale sarebbe troppo
alta per una vendemmia tardiva. Mi sono perciò resa
conto improvvisamente delle ripercussioni che il cambiamento
delle evoluzioni climatiche può avere sul mio
godimento personale. E’ probabile che le prossime
generazioni apprenderanno solo per sentito dire che
il vino di una vendemmia tardiva è l’accompagnatore
ideale – e voi ben lo sapete – di ciò che mi sono immaginata
e che mi fa venire l’acquolina in bocca. chp
Recentemente, assaggiando un gustoso vino da vendemmia
tardiva dell’Alsazia mi sono immaginata di
avere sotto gli occhi un pezzetto di finissimo fegato
grasso d’oca. Sono conscia del fatto che un tale desiderio
possa indurre alcune persone a scuotere la testa
in segno di disapprovazione. Una reazione comprensibile,
dato che gradisco ben volentieri anche un’alternativa
vegetariana al fegato grasso d’oca con noci e burro.
D’altronde, il rischio di far scuotere la testa in modo
disapprovevole lo corro per quasi tutti i miei testi
quando non utilizzo con coerenza le forme femminili e
maschili per designare le persone. Da qualche tempo
esistono pure diverse possibilità per evidenziare le due
forme con qualche carattere in meno, per esempio un
* oppure un / all’interno di una parola come viticoltore/
trice. Ma – siamo sinceri – leggendo un testo inciampo
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