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Friedenswege 2010 - Dolomitenfreunde

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DF II/<strong>2010</strong> -26-<br />

San Gabriele e dintorni<br />

di Alex CABAS (fine)<br />

Lasciamo la cima del San Gabriele e per discendere prendiamo il sentiero che attraversando il bosco ci porta diretti alla<br />

sella di Grgar, subito appaiono ricoveri, caverne; trincee e camminamenti si rincorrono senza soluzione di continuità<br />

finendo chissà dove, mentre la natura tenta, senza riuscirci, di stendere un velo pietoso su questa dolorosa pagina di storia:<br />

in questi luoghi il sangue è scorso a fiumi: Sogni, desideri, pensieri, capacità lavorative, che forse avrebbero reso, ad un<br />

mondo in pace, servizi impagabili, furono macinati senza senso né pietà; più di 20.000 giovani e meno giovani persero la<br />

vita in modo tragico nel giro di pochi giorni. Un lungo muro divide il monte a metà, dietro il muro si aprono profonde<br />

doline dove ancora adesso pericolosi proiettili d‟artiglieria, gavette, borracce, ed altre testimonianze della presenza di una<br />

umanità sofferente, incorniciano entrate di profonde caverne umide fumanti, al tempo unico comodo riparo contro un<br />

autentico inferno di fuoco.<br />

Delle dodici battaglie dell‟Isonzo due, in particolare, hanno coinvolto la zona: Dopo la conquista di Gorizia, gli italiani<br />

tentarono di impossessarsi anche di questa altura, questo tentativo però fallì e per 2 anni la zona rimase parzialmente<br />

pacifica, gli italiani, nel frattempo, fortificarono la cima del Sabotino, posizionando nelle ampie caverne una grande<br />

quantità di cannoni con obiettivo San Gabriele - Monte Santo - Bainsizza, da queste caverne, oggi, l‟escursionista,<br />

l‟appassionato di fotografia può ritrarre il Santuario di Monte Santo e la splendida valle dell‟Isonzo, incorniciate dagli<br />

enormi finestroni di roccia delle cannoniere. Il tentativo degli italiani di conquistare la cima del San Gabriele dovette essere<br />

tutt‟altro che facile: il saliente da salire risulta ripidissimo ed a volte fortemente dirupato, e, doverlo fare con zaino,<br />

buffetterie, armamento per di più sotto tiro doveva essere un‟esperienza allucinante. Tuttavia, anche la vita di trincea degli<br />

austriaci non doveva essere il massimo. Sempre sottoposti a pesanti bombardamenti, in continuo allarme: Come sempre in<br />

guerra nessuno dei due contendenti ha vita comoda. Dal libro del nostro indimenticabile Professor Schaumann “Isonzo, là<br />

dove morirono” si evince che nei giorni immediatamente successivi al 26 agosto 1917 circa 700 bocche da fuoco<br />

riversarono contemporaneamente il proprio carico di morte su questo fazzoletto di terra, un terribile mattatoio per non<br />

approdare praticamente a nulla!!<br />

Numerosi cimiteri militari, disseminati su tutto l‟altipiano della Bainsizza, raccolsero salme e quanto rimaneva di una follia<br />

pianificata. In direzione sud-est si osserva una grossa torre attorniata da tre più piccole: il Sacrario-ossario di Oslavia,<br />

disegnato dall‟architetto Ghino Venturi nel 1938 raccoglie ciò che rimane di 57.740 caduti italiani di cui 36.000 ignoti, 539<br />

caduti imperiali e le spoglie del Generale Papa, caduto sulla Bainsizza.<br />

La guerra ha lasciato anche qualcosa di positivo su questo<br />

arido altipiano: a Ravne, nel corso del conflitto fu ritrovata una<br />

sorgente di ottima acqua di considerevole portata, i genieri<br />

austriaci la incorniciarono con una monumentale fontana in<br />

stile secession intitolata alla imperatrice Zita di Borbone<br />

Parma.<br />

Dopo la fine della prima guerra mondiale la popolazione ebbe<br />

giusto il tempo di organizzarsi un po‟ e di tirare un sospiro di<br />

sollievo: Nuovamente nuvole oscure e venti di guerra<br />

dovevano avvolgere il mondo e questo piccolo lembo di terra,<br />

di nuovo la popolazione subì la voce profonda dei cannoni,<br />

l‟irritante crepitìo delle armi leggere, nuovamente su questa<br />

terra giacquero salme, desideri, sogni spezzati capacità mai<br />

dimostrate, poi gli anni delle divisioni delle insicurezze poi la<br />

caduta dei confini e finalmente il San Gabriele diventa punto<br />

d‟incontro per gente che desidera avere un pacifico proficuo<br />

scambio di idee, un luogo dove i dialoghi si intreccino dando<br />

luogo ad amicizie e collaborazioni sempre più profonde,<br />

prodromo di un futuro costruito insieme, futuro improntato a<br />

collaborazione comprensione e rispetto reciproco.<br />

Una fisarmonica suona in lontananza, note ora allegre, ora<br />

malinconiche volano sopra i boschi, accarezzano trincee vuote,<br />

vere e proprie ferite inferte alla terra, attraversano i confini<br />

umani e mentali e penetrano profondamente nel cuore. Pace,<br />

dopo tanto tempo, non barriere di lingua né mentali, solamente<br />

il sano piacere di vivere assieme: Nihil difficile volenti.

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