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SRF_Hauszeitung

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Perfino in Corsica i toponimi non sono tradotti<br />

Perfino la Francia, che protegge tenacemente la propria lingua anche da anglicismi divenuti ormai<br />

da tempo di uso comune, semplicemente escludendoli (al posto di “password”, ad esempio, si usa<br />

“mot-de-passe”), ha rinunciato alla traduzione dei toponimi in Corsica. Anzi, negli anni Ottanta<br />

lo Stato francese ha reintrodotto l’originaria denominazione italiana per alcune località delle Alpi<br />

Marittime come “Casterino”, “Viévola” e “Isola”, annesse alla Francia nel 1947 con il Trattato di<br />

Parigi.<br />

L’ “effetto Tolomei” non ha risparmiato invece nemmeno Piemonte e Valle d’Aosta, dove ebbe luogo<br />

allo stesso modo un’italianizzazione forzata degli originari nomi francofoni. Dietro l’operazione<br />

stava Giovenale Vegezzi-Ruscalla, un parlamentare di Pistoia che nel 1861 propose al nuovo Parlamento<br />

italiano a Torino una legge per la traduzione dei toponimi. Il governo Mussolini durante il<br />

fascismo completò l’opera.<br />

Solo dopo la fine della guerra la Costituzione repubblicana riconobbe alle minoranze linguistiche il<br />

diritto di utilizzare la propria lingua ed equiparò detta lingua all’italiano. Ma una cosa è il bilinguismo,<br />

che deve essere garantito sia nell’orale che nello scritto, un’altra cosa è la toponomastica locale.<br />

Nei fatti: mentre l’Italia repubblicana e democratica confermò nella Provincia di Bolzano la toponomastica<br />

del “Prontuario” di Tolomei con l’aggiunta dei nomi tedeschi, in Valle d’Aosta si tornò alla<br />

storica toponomastica francofona. Ad eccezione del capoluogo Aosta, nessun toponimo italofono<br />

compare nell’elenco ufficiale dei comuni della “Vallée”.<br />

Anche in Piemonte molti consigli comunali hanno deliberato, nel dopoguerra, il ritorno ai toponimi<br />

storici (Oulx, Exilles, Usseaux, Salberstrand, Beaulard, ecc.).<br />

In Valle d’Aosta tutto un altro approccio<br />

A questo punto, per ragioni di par condicio, vorrei consigliare a molti Accademici della Crusca<br />

e ai cittadini di madrelingua italiana della Provincia di Bolzano che hanno aderito alla posizione<br />

dell’Accademia (tra cui anche il CAI Alto Adige, da sempre su questa linea) un viaggio d’istruzione<br />

in Valle d’Aosta. Così potranno constatare come in un’altra regione alpina con competenza esclusiva<br />

in materia di toponomastica l’approccio sia completamente diverso e come, per quanto ne so,<br />

nessun turista o escursionista si sia mai perso per il fatto di non conoscere la lingua francese.<br />

Didascalie:<br />

Annibale Salsa è stato Docente di Antropologia filosofica e culturale presso l’Università di Genova<br />

fino al 2007 e Presidente del Club Alpino Italiano (CAI) dal 2004 al 2010. Fino al 2006 è stato Presidente<br />

del gruppo di lavoro “Popolazione e cultura” della Convenzione delle Alpi. Attualmente Salsa<br />

è Presidente del Comitato scientifico della Fondazione dell’Accademia della Montagna del Trentino.<br />

Per il Professor Salsa i toponimi italofoni per gli itinerari escursionistici sono superflui. Ad Aosta<br />

non ce ne sono e finora nessun turista italiano si è mai perso.<br />

Übersetzung aus der Tageszeitung Dolomiten/Egon Chisté<br />

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