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VALIE EXPORT DALLA E DE gREgORI - Kultur.bz.it

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TIPP <strong>DE</strong>S MONATS<br />

CONSIGLIO <strong>DE</strong>L MESE<br />

Valie Export<br />

Tempo e Controtempo<br />

Impegno pol<strong>it</strong>ico, denuncia sociale e azione diretta<br />

sulla realtà sono alcuni dei tratti caratteristici<br />

di tutta l’opera di Valie Export. Dalla fine degli<br />

anni Sessanta, l’artista originaria di Linz ha analizzato<br />

la società con le sue contraddizioni e tutte<br />

le sue forme di violenza diretta e indiretta denunciandone<br />

senza compromessi tutte le espressioni<br />

delle quali la donna è v<strong>it</strong>tima privilegiata.<br />

Grandissima artista multimediale, Valie Export<br />

è senz’altro una delle pioniere a livello internazionale<br />

nell’uso del video e della performance<br />

come linguaggi artistici, dal 18 febbraio la Export<br />

sarà protagonista di un’ampia personale osp<strong>it</strong>ata<br />

a Museion. “Tempo e Controtempo”, mostra già<br />

presentata al Belvedere di Vienna e al Lentos<br />

Kunstmuseum di Linz, proporrà un excursus tra i<br />

linguaggi e i messaggi di quest’artista che non ha<br />

mai rinunciato al potere della provocazione convinta<br />

che chiunque possa dare il suo contributo<br />

nel miglioramento della società e che l’arte possa<br />

svolgere un ruolo fondamentale all’interno di questo<br />

contesto. Più volte rappresentante dell’Austria<br />

alla Biennale di Venezia, Valie Export – letteralmente<br />

esportatrice di valori – crea la sua nuova<br />

ident<strong>it</strong>à nel 1967 e la propone come un prodotto<br />

immediatamente riconoscibile. Da sempre il<br />

lavoro della Export utilizza gli strumenti dell’arte<br />

per denunciare le diverse forme di violenza e<br />

sopraffazione eserc<strong>it</strong>ate all’interno della società.<br />

La donna, v<strong>it</strong>tima privilegiata di molte forme di<br />

abuso fisico e psicologico, è certamente una delle<br />

figure chiave all’interno delle tematiche affrontate<br />

dall’artista. E fin dall’inizio del suo percorso<br />

artistico Export utilizza il corpo come veicolo di<br />

messaggi per denunciare l’ipocrisia della concezione<br />

del corpo della donna unicamente come<br />

oggetto erotico. In questa direzione si muove<br />

molta parte del suo lavoro con il fondamentale<br />

passaggio attraverso l’azionismo femminista e la<br />

riflessione sull’importanza delle immagini e del<br />

modo nel quale vengono trasmesse dai media e<br />

dalla tecnologia.<br />

Indimenticabili alcuni lavori nei quali, quella<br />

che è diventata sicuramente una delle artiste più<br />

influenti del mondo, denuncia senza mezzi termini<br />

il ruolo svilente della donna all’interno della<br />

società occidentale, per arrivare poi a toccare<br />

il tema della pratica dell’infibulazione in molte<br />

società africane. Il corpo, sempre protagonista<br />

nelle opere di Valie Export, diventa il veicolo di<br />

denuncia e il mezzo di espressione privilegiato<br />

nel linguaggio dell’artista, articolato in molte<br />

forme diverse. Performance, azioni, fotografie,<br />

expanded cinema, video, sculture, opere testuali<br />

e installazioni diventano tappe di un percorso<br />

che da sempre si muove all’insegna dell’impegno<br />

sociale. In più di quarant’anni di attiv<strong>it</strong>à, Export<br />

pone lo spettatore di fronte a scomode realtà<br />

e lo fa in modo quasi spietato. Non c’è alcuna<br />

accondiscendenza all’interno della forte denuncia<br />

operata dall’artista. Lo spettatore si r<strong>it</strong>rova<br />

di fronte a immagini scomode che lo pongono<br />

senza compromessi e mezzi termini di fronte alla<br />

forza sconvolgente delle molte forme di violenza<br />

quotidiana perpetrata specie sulla donna.<br />

Quella che viene messa in discussione è l’ab<strong>it</strong>uale<br />

passiv<strong>it</strong>à dello spettatore di fronte a qualsiasi<br />

spettacolo, anche il più raccapricciante, così<br />

come le convenzioni sociali e gli stereotipati ruoli<br />

sociali e sessuali. Alcuni lavori del passato sono<br />

divenuti celebri proprio per l’uso di un linguaggio<br />

aggressivo che non lascia spazio a ipocr<strong>it</strong>e vie di<br />

mezzo. Pensiamo al lavoro nel quale una giovane<br />

donna porta a spasso, lungo una strada affollata<br />

un uomo al guinzaglio o ancora alla stessa donna<br />

che, seduta a gambe divaricate e vest<strong>it</strong>a in tuta<br />

di pelle nera con un buco tra le gambe che lascia<br />

ben visibili i peli pubici e la vagina, punta un revolver<br />

contro l’obbiettivo. La realtà è l’ambiente<br />

attraverso il quale si muovono i lavori di Export<br />

attraverso l’azione diretta sull’un<strong>it</strong>à di spazio e<br />

tempo. Interessata a come i nostri corpi, specie<br />

quelli femminili vengano modellati più dall’abuso<br />

che dagli stati d’animo, Valie Export ci ricorda<br />

che l’arte è o può essere anche pol<strong>it</strong>ica e che<br />

chiunque – anche lo spettatore – può dare il suo<br />

contributo per cambiare le cose.<br />

La mostra che proseguirà fino a domenica 1 maggio<br />

è a cura di AngeliKa Nollert e Letizia Ragaglia.<br />

Nadia Marconi<br />

Info 0471 223431 e www.museion.<strong>it</strong><br />

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