PSC 4-11 - FSP
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DOSSIER: La honte<br />
PSYCHOSCOPE 4/20<strong>11</strong><br />
la presenza del pubblico nell’emozione della vergogna.<br />
Harter, Bresnick e Wright (1987) hanno riscontrato che<br />
all’età di 6–7 il bambino riferisce di provare vergogna<br />
solo se viene osservato da altri (ad es. genitori). All’età di<br />
8 anni invece è in grado di dire che può provare vergogna<br />
anche senza la presenza di altre persone. A tale proposito,<br />
Harris (1989) precisa «...da notare che anche<br />
a questa età non si fa completamente a meno di un pubblico.<br />
Semplicemente il bambino opera nell’ambito di<br />
un nuovo pubblico. Infatti, vengono presi in esame due<br />
distinti ruoli del Sé: quello di osservatore e quello di<br />
agente. Il Sé in funzione di osservatore guarda e giudica<br />
le azioni del Sé in veste di agente» (Harris, 1989, p.105).<br />
Processi della vergogna<br />
La vergogna emerge verso i 2–3 anni in seguito ai cambiamenti<br />
che avvengono nel bambino a livello cognitivo<br />
e sociale (Lewis, 2000).<br />
Dal punto di vista cognitivo, per provare vergogna è necessario<br />
che il bambino abbia sviluppato il senso del sé<br />
(intorno ai diciotto mesi), ovvero deve possedere un certo<br />
grado di autoconsapevolezza che gli permetta di percepire<br />
la differenza tra sé e gli altri. Un ulteriore sviluppo<br />
cognitivo è poi necessario affinchè il bambino riesca<br />
a spiegarla in maniera concettualmente articolata (Mascolo<br />
e Fisher, 1996).<br />
Inoltre il bambino deve essere in grado di giudicare se<br />
stesso, le proprie azioni sulla base di standard definiti<br />
da se stesso (standard personali – sé ideale) o da altri<br />
(standard sociali – sé morale) e provare di conseguenza<br />
un senso di soddisfazione o insoddisfazione (Isenberg,<br />
1980; Lewis, 1992).<br />
Per quanto concerne la definizione degli standard di<br />
riferimento, nella fase prescolare risultano particolarmente<br />
significativi i giudizi dati dalle figure genitoriali,<br />
che valutano le capacità del bambino confrontando il<br />
suo comportamento passato con quello presente, ovvero<br />
«cosa faceva prima» e «cosa fa’ ora». Nell’età scolare,<br />
gli insegnanti divengono un punto di riferimento per il<br />
bambino che viene messo a confronto con i pari. È poi<br />
nell’adolescenza che la preoccupazione delle valutazioni<br />
esterne diventa ancora più rilevante e può determinare<br />
una maggiore frequenza ed intensità del senso di vergogna<br />
(Stipek, 1983).<br />
Con l’aumentare dell’età si assiste ad un incremento<br />
della vergogna e ciò può essere spiegato dal fatto che,<br />
durante la crescita, il numero ed il tipo di circostanze<br />
che potrebbero suscitare tale emozione aumenta, dato<br />
che il bambino si relaziona a diversi contesti e sperimenta<br />
diverse caratteristiche di sé, soggette a possibili<br />
valutazioni negative da parte degli altri. Inoltre i bambini<br />
dall’infanzia all’adolescenza divengono più sensibili<br />
ai rinforzi sociali, attribuiscono maggiore importanza al<br />
giudizio altrui e alle aspettative della società.<br />
Quali possibile conseguenze?<br />
Sebbene spesso si focalizzi l’attenzione sul potenziale<br />
psicopatologico della vergogna, non bisogna dimenticare<br />
anche le sue funzioni positive. Infatti è costitutiva<br />
dell’identità personale, dato che costringe a prendere<br />
coscienza di sé e a conoscersi attraverso ciò che si è per<br />
gli altri (Frijda, 1987; Johnson-Laird e Oatley, 1989;<br />
Lewis, 1992; Ortony, Clore e Collins, 1988).<br />
Inoltre essa può essere uno stimolo per migliorare se<br />
stessi e serve anche come «deterrente» per azioni che<br />
potrebbero danneggiare se stessi o gli altri. Infatti il<br />
fine delle emozioni autocoscienti, e quindi anche della<br />
vergogna, è di inibire i comportamenti socialmente indesiderati<br />
allo scopo di un adattamento alla condotta<br />
morale socialmente approvata (Anolli, 2002).<br />
Quindi, sebbene un equilibrato senso di vergogna abbia<br />
un fine adattivo sia a livello personale che sociale, c’è<br />
un accordo nel considerare che tra le emozioni sociali,<br />
la vergogna sia proprio quella che può condurre a reazioni<br />
più disadattive rispetto alle altre emozioni sociali,<br />
ad esempio il senso di colpa. Come abbiamo precedentemente<br />
detto, il senso di colpa deriva dal pensare di<br />
avere commesso un’azione riprovevole e per questo<br />
spinge ad impegnarsi in un comportamento «riparatore»,<br />
mentre nella vergogna si sente messo in discussione<br />
il proprio sé e questo porta ad un isolamento, ad un<br />
ritiro e sembra precludere la possibilità di comportamenti<br />
prosociali (Thomaes et al., 2007).<br />
Il senso di colpa è dunque considerato un’emozione costruttiva<br />
che incentiva il bambino a cercare la relazione<br />
con l’altro, mentre alla vergogna si può rispondere con<br />
un evitamento della relazione interpersonale o anche<br />
con comportamenti aggressivi, ostili rivolti a coloro che<br />
sono ritenuti esserne la fonte. Si è infatti rilevato un legame<br />
tra l’emozione della vergogna ed i sensi di ostilità,<br />
irritabilità, risentimento. Ad esempio in uno studio<br />
di Tangney e colleghi (1991) condotto con bambini di<br />
10–<strong>11</strong> anni, la vergogna è legata alla rabbia dei bambini<br />
e ai loro comportamenti violenti. L’ostilità e il desiderio<br />
di annullamento di chi ha provocato la vergogna è il<br />
modo per riappropriarsi del controllo della situazione<br />
(Tangney, 1995).<br />
La vergogna, se non gestita nella maniera opportuna, è<br />
legata a risposte non adattive e non costruttive nei rapporti<br />
interpersonali e può condurre ad un circolo vizioso<br />
che alimenta l’emozione stessa. Infatti la possibile<br />
risposta aggressiva alla vergogna conduce ad una conseguente<br />
vergogna per l’azione non moralmente corretta,<br />
innescando quindi il circolo vizioso.<br />
In ambito psicopatologico, si è evidenziato che un’eccessiva<br />
vergogna a partire dall’infanzia può aumentare la<br />
probabilità durante lo sviluppo di disturbi psicologici<br />
quali depressione, ansia, disturbi bipolari, schizofrenia,<br />
abuso di sostanze e disturbi alimentari (Tangney, 1995).