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COSA QUANDO DOVE - Kultur bz it

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TIPP DES MONATS<br />

CONSIGLIO DEL MESE<br />

Giovanni<br />

Frangi.<br />

Il respiro<br />

del luogo<br />

Nel panorama artistico altoatesino quest’anno ci<br />

sono state diverse mostre di altissimo livello e sicuramente<br />

hanno brillato in particolare ist<strong>it</strong>uzioni<br />

private come le varie gallerie d’arte che si trovano<br />

in c<strong>it</strong>tà. Tra le esposizioni più interessanti di<br />

questo 2010 assolutamente da segnalare la splendida<br />

mostra dedicata alla raffinatissima fotografia<br />

di Giovanni Castell osp<strong>it</strong>ata dalla galleria Goethe,<br />

quella sofisticatissima dedicata all’affascinante<br />

lavoro di Carlo Bernardini dalla Antonella Cattani<br />

Contemporary Art, e lo spir<strong>it</strong>o tutto contemporaneo<br />

e diretto di Rashaad Newsome protagonista<br />

della personale osp<strong>it</strong>ata in ottobre alla galleria Ar/<br />

ge Kunst di Bolzano.<br />

L’attribuzione di valore al lavoro di un artista<br />

dipende dalla presenza o meno all’interno delle<br />

sue opere di numerosi requis<strong>it</strong>i che assecondano<br />

esigenze di valutazione di vario genere – da quelle<br />

stilistiche a quelle di mercato - e che nell’elenco<br />

dei requis<strong>it</strong>i preferenziali, annovera sicuramente<br />

la capac<strong>it</strong>à diciamo di “crescere”, di evolvere in<br />

senso pos<strong>it</strong>ivo e propos<strong>it</strong>ivo la propria ricerca<br />

artistica, che anche se non è assolutamente un<br />

requis<strong>it</strong>o indispensabile – sicuramente anche la<br />

ripetizione sempre uguale a sé stessa può avere<br />

un alto valore – è un buon elemento a favore,<br />

quando si parla del lavoro di un artista. La capac<strong>it</strong>à<br />

di rinnovare in senso pos<strong>it</strong>ivo la propria ricerca<br />

artistica dimostra il forte impegno e la serietà<br />

di un artista nei confronti del proprio lavoro. E’<br />

tenendo conto anche di questo elemento costante<br />

del percorso di Giovanni Frangi, ossia la continua<br />

sperimentazione e ricerca e la capac<strong>it</strong>à di rinnovarsi<br />

in modo pos<strong>it</strong>ivo che dà sempre connota il<br />

lavoro dell’artista milanese, che ci si deve avvicinare<br />

agli ultimi lavori esposti fino al 20 dicembre<br />

nel contesto di “Ring-a-ring-o’roses” la personale<br />

osp<strong>it</strong>ata dalla galleria Antonella Cattani Contemporary<br />

Art di Bolzano (info www.accart.<strong>it</strong>). Chi<br />

ha segu<strong>it</strong>o nel tempo il lavoro di Giovanni Frangi,<br />

lo ha visto evolvere coinvolgendo sempre più<br />

efficacemente il luogo nel quale si trova, che non<br />

è più semplicemente lo spazio che osp<strong>it</strong>a l’opera,<br />

ma un elemento cost<strong>it</strong>utivo del lavoro stesso,<br />

parte dell’opera. Come spiega l’artista: “Nel mio<br />

lavoro il luogo dell’esposizione, il “contesto” non<br />

è assolutamente un elemento marginale anzi, è<br />

una cosa della quale tengo presente fin dall’inizio<br />

della fase progettuale dell’opera.” Seguendo il filo<br />

del sempre maggiore e più efficace coinvolgimento<br />

dello spazio all’interno della ricerca artistica di<br />

Giovanni Frangi si arriva anche all’ammirazione<br />

per l’opera di Lucio Fontana e al forte legame con<br />

il proprio lavoro che l’artista ha riconosciuto solo<br />

di recente. Assieme al rapporto fondamentale con<br />

lo spazio, a legare la ricerca di Frangi con quella<br />

del fondatore dello Spazialismo c’è anche il carattere<br />

sperimentale con il quale viene concep<strong>it</strong>o<br />

il lavoro artistico. Quella continua ricerca della<br />

quale si diceva sopra, che evolve costantemente<br />

il lavoro di un artista pur mantenendo intatte le<br />

basi sulle quali si muove. Il rapporto tra l’opera<br />

e lo spazio è stato sicuramente al centro anche<br />

della personale “La scelta del Museo. Giovanni<br />

Frangi” 2009. La mostra a cura di Giovanni<br />

Agosti, è stata osp<strong>it</strong>ata tra giugno e ottobre di<br />

quest’anno nel foyer del primo piano del MART<br />

di Rovereto. “Giardini pubblici” una grande tela<br />

alta due metri e larga tre e mezzo, dialogava con<br />

lo spazio mentre numerose immagini documentavano<br />

la fase creativa del lavoro. Allo stesso modo,<br />

con “Ring-a-ring-o’roses”, il r<strong>it</strong>orno di Giovanni<br />

Frangi alla galleria ACCART di Bolzano avviene<br />

attraverso un progetto che ruota attorno a un’unica<br />

opera. Una composizione di nove tele dipinte<br />

sia da un lato che dall’altro, inv<strong>it</strong>a lo spettatore<br />

come dice il t<strong>it</strong>olo, a fare una specie di girotondo<br />

attorno all’opera e seguirne il flusso. Le pennellate<br />

traslucide con le quali Frangi interviene sulla<br />

tela, la scelta quasi monocroma basata sul nero e<br />

arricch<strong>it</strong>a da sporadici ma raffinatissimi interventi<br />

di colore, agiscono sulla trasparenza di un supporto<br />

classico come la tela, che Giovanni Frangi<br />

tratta con lo stesso rispettoso sperimentalismo di<br />

Fontana. Anche qui, il supporto della p<strong>it</strong>tura per<br />

eccellenza, viene trattato come un elemento sul<br />

quale agire al fine di elevarne tutte le potenzial<strong>it</strong>à.<br />

Quello che nasce da questo approccio è un’opera<br />

straordinaria che dialoga efficacemente con lo<br />

spazio della galleria e allo stesso tempo realizza<br />

un luogo altro nel quale prende v<strong>it</strong>a il mondo<br />

incantato della p<strong>it</strong>tura di Giovanni Frangi. La<br />

riva di un corso d’acqua e le foglie di un ipotetico<br />

bosco, sono i luoghi allusi dalla p<strong>it</strong>tura di Frangi<br />

in questo che è un lavoro s<strong>it</strong>e specific, ovvero realizzato<br />

appos<strong>it</strong>amente per gli spazi della galleria.<br />

Il mormorio dell’acqua e il rumore del muoversi<br />

delle foglie al vento a prendono consistenza quasi<br />

corporea in questo esempio della raffinatissima<br />

p<strong>it</strong>tura di Giovanni Frangi. Un catalogo con testo<br />

a cura di Walter Guadagnino accompagna la<br />

mostra.<br />

Nadia Marconi<br />

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